Di Luca Parmitano, che sarà il primo italiano a passeggiare nello spazio, abbiamo sentito parlare poco. Si, qualche intervista in  tv  e sui giornali più attenti (molto bella quella uscita sui nostri quotidiani fatta da Roberto Di Meo)  ma sostanzialmente questo paese preferisce leggere di buffoni che si danno alla politica o di showgirl che mollano il fidanzato. Di eccellenze italiane si ha quasi paura a parlare, sono una merce così rara da sembrare clandestina, comunque imbarazzante.

Bè, il maggior Parmitano è una di queste, un’eccellenza italiana in carne ed ossa. Non perché ora saluta la mamma dall’ISS, la stazione spaziale in orbita  a  400km di altezza , ma per tutto quello che ha fatto prima. Liceo Scientifico, una laurea in Scienze Politiche, poi  l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli.  E da qui una carriera aeronautica che lo ha portato ad accumulare 2000 ore di volo su ben 40 tipi di aerei diversi,  dal primo periodo di addestramento in Texas fino alla tuta spaziale, passando per una serie infinita di corsi e qualifiche in Italia, Stati Uniti, Germania, Francia, Belgio.

Proprio quando era di stanza a Flòrennes (Belgio), si rese protagonista di un episodio che racconta molte cose di lui: finì contro una grossa cicogna mentre volava sulla manica con il suo Amx,  il jet di ultima generazione costruito da  Aeritalia e Aermacchi.  Ebbene, pur con  la carlinga semidistrutta dall’urto,  con la radio in avaria, il vento gelido che gli sibilava addosso  e tra mille altre  difficoltà, riuscì comunque ad atterrare, salvando  l’aereo e rinunciando a lanciarsi. In pochi giorni diventò una piccola celebrità nella comunità  aeronautica,  tanto da meritarsi la medaglia d’argento al valore aeronautico.  

E‘ stato anche  pilota collaudatore e si è preso perfino un master in ingegneria aeronautica sperimentale, tanto per non farsi mancare nulla.  Essere selezionato dall’Esa come astronauta ,  nel 2009, per lui è stato quasi uno sbocco naturale.  E ora la missione Volare, fino a novembre. Non sarà nel blu dipinto di blu, a quella quota, ma comunque felice di stare lassù. Buona passeggiata, maggiore. Anzi, eccellenza.

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