Ce ne ha messo di tempo, ma alla fine lo zio Sam ha deciso di intervenire in Siria, e di farlo in maniera pesante:  il consigliere per la sicurezza nazionale di Obama, Ben Rhodes, ha detto esplicitamente che gli Stati Uniti forniranno “aiuto militare e politico” ai ribelli. Insomma, è guerra ad Assad, il che significa agli Hezbollah che sostengono Assad, il che significa, in ultima analisi, all’Iran. Ufficialmente il passo è stato deciso dopo le prove raccolte soprattutto dagli alleati europei sull’utilizzo di gas nervino (il Sarin) da parte dell’esercito regolare siriano. Ma verosimilmente è il sempre più pesante coinvolgimento di Hezbollah e di Teheran nella guerra civile a spingere Obama ad armare i ribelli: gli Usa non possono permettersi un Iran 2 in Medio Oriente.

Così, la Casa Bianca  ha ufficialmente informato il Congresso che gli Stati Uniti forniranno “sostegno militare” ai ribelli siriani. Il che ha fatto naturalmente infuriare  i russi: la macchina di Putin si è già messa in moto per attaccare gli  americani, “bugiardi” sull’uso di armi chimiche. Del resto, proprio l’uso dei gas era “la linea rossa che l’amministrazione americana aveva imposto ad Assad” come ha ricordato Rhodes 

L’urgenza c’è da due anni, da quando è iniziato il conflitto – ha detto Rodhes – ma ora è un momento particolarmente delicato perchè Hezbollah e l’Iran stanno assumendo un ruolo sempre più grande” al fianco di Assad. “Dobbiamo anche individuare quale gruppo dell’opposizione sostenere sul territorio”, ha aggiunto. Più chiaro di così. Si sta pensando anche all’istituzione di una no fly zone, probabimente limitata alla protezione dei campi di addestramento dei ribelli – lo riporta il Wall Street Journal –  e naturalmente ci si preoccupa delle reazioni di Mosca che però  “deve rendersi conto di come la destituzione di Assad sia una condizione necessaria per raggiungere una soluzione del conflitto”.  La replica russa è decisa, anche se affidata per ora solo a un tweet del presidente Commissione esteri della Duma Alexei Pushkov: “Stanno costruendo una bugia sull’uso di armi chimiche così come si erano inventati le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein”.  Un colpo basso per Obama, che comunque ha subito raccolto il plauso dei “falchi” del Congresso e del principale alleato europeo, David Cameron: il premier britannico “condivide l’analisi americana” sull’uso del Sarin. E il segretario generale della Nato, Ander Fogh Rasmussen, sfida Assad a garantire  immediatamente l’accesso dell’Onu per accertare l’uso di armi chimiche. Si vedrà