Francamente, sono un  po’ stufo di quest’Italia ebbra di  partitica – di politica ormai non c’è traccia – che rifiuta sistematicamente di prendere posizione sulle grandi questioni internazionali. “Mandiamo gli aerei ma non spareranno”. “Diamo le basi agli americani ma per carità noi non c’entriamo” “I Tornado in Afghanistan? Macchè, fanno solo foto”. Quante ne abbiamo sentite? Troppe, a occhio e croce, un festival dell’ipocrisia.

Ma che  ci stiamo a fare nella Nato? Non potremmo unirci alla  Svizzera in un tandem neutrale? Sarebbe più dignitoso.  Obama finora ha nicchiato, ma di fronte allo scempio dei gas,  scosso anche dai “falchi” della sua amministrazione, ha battuto un colpo scatenando il segretario di Stato John Kerry: “Innegabile l’uso delle armi chimiche, Assad dovrà rispondere di questo crimine”.  Il premier inglese Cameron ha annunciato piani di attacco già pronti, la Francia ha ripetuto di non avere nessun dubbio sul fatto che un attacco chimico sia avvenuto in Siria e che sia stato sferrato dalle forze di Assad: “E’ inaccettabile  e Parigi non verrà meno alle sue responsabilità per rispondere”.

Noi invece,  fedeli a una solida tradizione forcaiola, verremo serenamente meno alle nostre responsabilità di membri dell’alleanza euro atlantica. Intendiamoci. Non tanto perché non parteciperemo ad azioni militari (questa potrebbe essere una scelta legittima, ad esempio nel caso che non venisse dimostrata la responsabilità di Assad): ma perché  lo abbiamo deciso due giorni prima della riunione della Nato a Bruxelles. E mi dispiace che  sia toccato al ministro Emma Bonino annunciare questa specie di disimpegno preventivo: “Nessun intervento senza il consenso dell’Onu”.  Via,  signor ministro. Tutti sanno che  russi e cinesi non voteranno mai a favore di un intervento. E allora diciamo la verità,  si poteva condizionare la nostra partecipazione o meno a un’azione militare – magari limitata come al solito alla concessione delle basi – alla raccolta di prove certe sulla colpevolezza di Assad, ma non all’impossibile consenso delle Nazioni Unite: per fermare il genocidio in Kosovo lo abbiamo fatto.

In questo modo il messaggio che passa è: abbiamo già le nostre beghe casalinghe, francamente non possiamo occuparci anche dei siriani, gas o non gas, fate voi.  Non a caso dal Pdl al Pd  tutti plaudono al defilamento strategico rituffandosi nel tormentone del governo cade-non cade e nella guerra delle poltrone e degli scranni. Bel messaggio, complimenti. E un grazie sincero da Assad & C.