Correva il 2003 quando le patatine fritte in America cambiarono nome. Ricordate? Da “French Fries” a “Freedom fries”. Motivo: il rifiuto francese di unirsi alla “coalizione dei volenterosi” di Bush per fare guerra a Saddam, mentre il premier britannico  (laburista) Tony Blair lanciava le sue truppe in prima linea con i marines di Bush.

Com’è cambiato in soli dieci anni il panorama politico-strategico europeo: il premier britannico David Cameron (conservatore) viene apertamente bacchettato dal Parlamento ed è costretto a fare dietrofront  sull’intervento in Siria già ampiamente sbandierato “The Britts aren’t coming!“, ha titolato a tutta pagina il Daily Mail, gli inglesi non vengono:  dopo il Kosovo, l”Iraq, l’Afghanistan, è  la prima volta in assoluto che Britts e Yankee non combattono insieme,  gli inglesi staranno in panchina insieme a tedeschi,  spagnoli e naturalmente italiani.

Ma soprattutto, nelle stesse ore il presidente francese Francois Hollande (socialista) ribadiva con forza che la Francia è pronta ad assumersi le sue responsabilità per punire Assad, e non escludeva un intervento entro pochissimi giorni.  Hollande è stato chiarissimo nell’ultima intervista Le Monde: “La decisione di Londra non ci farà cambiare idea, l’attacco chimico di Assad non può restare impunito. Se non ci fosse alcuna reazione, c’è  il rischio che l’uso di queste armi diventi normale e si estenda ad altri paesi” L’azione militare, nell’idea chiara di Hollande e anche in quella, un pò più confusa, di Obama, ha due obiettivi: servire da deterrente per impedire che il dittatore siriano usi di nuovo i gas in futuro e forzare  l’avvio di una negoziato per una soluzione politica del confronto in atto.

Giusto o sbagliato, si vedrà. Questa vicenda è troppo complessa e dolorosa per concionare sugli uni e sugli altri come stanno facendo in troppi. Certo, defilarsi è più facile che decidere di intervenire, ed è arduo dar torto a Obama quando dice – come riporta il Washington Post – che tutti vogliono fermare i massacri di  Assad ma nessuno fa niente e alla fine dovranno farlo gli americani da soli. Anzi, con  i francesi. Perché una cosa è certa: la politica  isolazionista francese di dieci anni fa sembra definitivamente archiviata, e Parigi sembra alla spasmodica ricerca della “grandeur” perduta,  come dimostra non solo lo spiegamento di forze francesi in Libia,  ma anche anche il massiccio intervento militare contro la basi di Al Qaeda nel Mali. Verso un nuovo asse Washington-Parigi? Ipotesi azzardata, per il momento. Fatta eccezione per la vicenda siriana, dove se Obama non sarà solo, è perchè con lui ci saranno proprio le ex “arrendevoli scimmie mangiaformaggio” (“cheese-eating surrender monkeys”),  come i falchi americani chiamavano i francesi ai tempi dell’Iraq citando un episodio dei Simpsons del ’95. Ma erano, appunto, altri tempi.