La trascrizione delle comunicazioni di bordo così come è stata diffusa dalle autorità malesi
Nulla di strano, dunque, nelle comunicazioni terra-bordo-terra del volo Malaysia 370. Partito da Kuala Lumpur l’8 marzo, doveva arrivare a Pechino, ma è scomparso.  E ammesso che i presunti rottami  individuati dai satelliti siano proprio quelli del Boeing 777,  sarebbe caduto in mare addirittura a sud ovest dell’Australia, esattamente dalla parte opposta.

Però non è vero, come i piloti veri avevano subito notato, che le ultime parole del copilota furono “Tutto bene, buonanotte”.  Quel “tutto bene” suonava piuttosto anomalo in un normale passaggio da un ente Atc (Air traffc control) all’altro, normalmente si ripete solo la frequenza e un saluto di cortesia. Così infatti è stato, secondo la nuova versione fornita dal governo malese (lo stesso che aveva parlato di quel messaggio: “All right, good night”  che invece nella trascrizione non esiste).

Dunque, Lumpur Radar fornisce la nuova frequenza da contattatare e saluta: good night. Il copilota, Fariq Abdul Hamid, risponde semplicemente “Good Night, Malaysian 370”.  Caso mai avrebbe dovuto ripetere, secondo le regole della fonìa aeronautica, la frequenza che gli era stata data, quella di Ho Chi Minh, 120.9. Ma non è un’omissione particolarmente significativa.  A voler essere pignoli colpisce di più che per due volte il copilota ripeta, non richiesto, che sta mantenendo il livello di volo 350 (35mila piedi).  Ma neppure questo potrebbe spiegare nulla.

Insomma, quello del volo 370 resta per ora uno dei più grandi misteri nella storia dell’aviazione. Nessuna ipotesi è stata ancora ufficialmente chiusa, restano in piedi, nell’ordine: suicidio del pilota o del copilota, dirottamento con combattimento a bordo, terrorismo, avaria totale dell’impianto elettrico, avaria all’impianto di pressurizzazione con perdita di conoscenza collettiva.  Eppure, solo le ipotesi legate a una decisione umana – dirottamento, azione volontaria da parte dei piloti – può spiegare perche’  l’aereo si trovasse laggiù, sopra le acque gelide a metà strada tra Australia e Antartide. A  migliaia di chilometri dalla sua rotta.