Sapete qual è stato il momento più significativo della partita che abbiamo vissuto domenica a Bologna? Non ci crederete, ma l’attimo fuggente, quello in cui ci siamo più emozionati, è andato in onda mezz’ora prima della partita. Lo abbiamo vissuto quando i giocatori della Trenkwalder sono entrati in campo per il riscaldamento. Di solito ad accompagnarli, in questo rituale cestistico, c’è il silenzio. O, nel migliore dei casi, qualche applauso isolato. A Bologna i biancorossi sono entrati nello splendido PalaDozza (che invidia per quell’impianto, accidenti…) accompagnati da una vera e propria ovazione. Un boato che, lo ammettiamo, ci ha colti di sorpresa. Solo a quel punto ci siamo girati verso la tribuna che ospitava i tifosi reggiani e abbiamo visto una marea biancorossa. Tutti in piedi ad applaudire e cantare. In quel momento ci siamo immedesimati, per un attimo, nei giocatori della Trenkwalder. Cos’avranno pensato? Che emozioni potranno aver attraversato le loro anime?

Quell’ovazione andava al di là della partita. Era un modo di ringraziare i giocatori per aver fatto arrivare Reggio fin lì, a un passo dalla promozione. Era un modo per dire loro: adesso non fermiamoci. Arriviamo fino in fondo. Tutti insieme. Sono stati trenta secondi da brivido in cui abbiamo un po’ invidiato Robinson e soci. In quell’attimo fuggente abbiamo compreso, conoscendo un po’ questa squadra, che i ragazzi di Menetti avrebbero travolto Bologna. Che avrebbero ricambiato quell’entusiasmo. Che non si sarebbero tirati indietro. Che avrebbero lottato e combattuto, come, in effetti, è successo.
Quell’ovazione ha segnato, insomma, una linea di confine. Ha cancellato il passato, le delusioni, i timori, le beffe. Ha riacceso i sogni e la passione. Erano almeno sei anni che la tribù del basket non portava più di 1000 tifosi in trasferta. Questa squadra c’è riuscita, facendosi amare per il cuore con cui è sempre scesa in campo. E quell’ovazione, quell’applauso collettivo, è, a nostro modo di vedere, il successo più bello e il simbolo della rinascita biancorossa.