Certe partite sono come certe notti: restano lì, impresse nella mente. Non scompaiono più. Perché, in un senso o nell’altro, sono speciali. Poi, all’improvviso, leggi qualche notizia o scopri determinati retrosceni e, allora, eccole lì che riemergono. Una di queste partite speciali risale al 19 marzo del 2006 quando Reggio perse a Bologna contro la Fortitudo per 97-96. Una partita stupenda rovinata da un finale incredibile. Perché sull’ultima azione Carra, uno dei migliori in campo con 16 punti realizzati, venne letteralmente cinturato da Watson davanti all’arbitro D’Este che si mise in tasca il fischietto e fece finta di nulla, negando i due tiri liberi e la possibile vittoria alla compagine reggiana.

Tutti allibiti, al Madison di Piazzale Azzarita. Gli stessi tifosi felsinei erano increduli e faticavano ad esultare. A fine partita, e pure il giorno dopo a mente fredda, l’allenatore biancorosso Fabrizio Frates si scagliò contro l’arbitro veneto: «Quello che succede – disse in un’intervista rilasciata al Carlino – è pazzesco. Di falli, su Marco, ce ne sono due. Il primo lo commette Becirovic, il secondo Watson. Quest’ultimo è clamoroso: una roba da wrestling. Dalle immagini si vede anche che D’Este è lì, a 20 centimetri e non fischia niente. E questo è assolutamente incredibile. Non posso pensare che un arbitro internazionale e dalla grandissima esperienza come D’Este non veda quello che succede. Perché lì non è una questione di interpretazione, non si può proprio sbagliare. Non c’era nessun motivo per cui noi non dovessimo avere due tiri liberi. Non riesco a darmi una spiegazione. A me piacerebbe molto che D’Este mi dicesse i motivi che l’hanno indotto a non fischiare. Lo ripeto: lui non è un pivello e non può non avere visto. Questo è ciò che mi dispiace maggiormente. Perchè lui ha visto e ha deciso di non fischiare. Sono a pezzi perché non si tratta di un fischio sbagliato ma di una decisione precisa di non fischiare un fallo che è clamoroso. Voglio capire perché D’Este non ha fischiato e, prima o poi, lo verrò a sapere…».

Perché vi raccontiamo tutto questo a distanza di oltre sei anni? Perché in questi ultimi giorni sono uscite delle incredibili intercettazioni telefoniche che risalgono agli anni 2008 e 2009. Si tratta di colloqui che, forse, hanno aiutato Frates a capire quello che non riusciva a capire. In più di una telefonata si parla proprio di D’Este e, in particolare, c’è un dialogo tra Giovanni Montella, all’epoca responsabile dei commisari speciali degli arbitri, e Giovanni Garibotti, era il presidente del Comitato Italiano Arbitri, molto esplicito. I due parlano di designazioni arbitrali per la partita tra Siena e la Fortitudo con D’Este che ne esce malissimo e viene dipinto come un arbitro non proprio imparziale.

Emblematica la frase finale di Garibotti: «D’Este è un allineato. Cioè, D’Este e Pozzana sono due nullità…». Diciamo che, alla luce di tutto ciò, certe cose, magari, si capiscono meglio e assumono aspetti più chiari. E chi nel 2006 ci accusava di «arbitrite» per le critiche a D’Este (e non solo a D’Este…) forse, ora, ha pure lui le idee un po’ più chiare…