NELLA seconda settimana di agosto nel porto turco di Iskenderun sono arrivati dalla Libia 20 carri armati T62. I tank erano destinati ai ribelli siriani. Li aveva pagati l’emiro del Qatar Hamad bin Khalifa al-Thani, il cui piccolo Stato è terzo nel mondo per riserve di gas. L’emirato è il primo finanziatore dei nemici di Assad citato il 6 agosto dalla portavoce del Consiglio Nazionale siriano Bassma Kodmani.

«Il Qatar, l’Arabia Saudita, e un po’ meno la Libia – ha rivelato – stanno provvedendo a fornire armi». In  particolare, Riadh avrebbe garantito 500 milioni di dollari in 18 mesi. Il  Qatar è l’azionista della tv al-Jazeera, decisamente schierata con i  rivoltosi. Non a caso il sito in lingua araba del canale televisivo è stato attaccato ieri da hacker «tifosi» di Assad. Sulla home page sono apparse la scritta «Hacked by al-Rashedon» e la bandiera del Paese. Una scritta definiva l’incursione «una risposta al vostro sostegno di gruppi terroristici armati e alla pubblicazione di notizie fasulle sulla crisi siriana». 
 
 DA TRIPOLI gli insorti avrebbero invece ricevuto 300 milioni di dollari,  assieme a una legione di 600 uomini reclutata ed armata dall’ex qaedista Abdel Hakim Belhadj e dal suo vice Mahdi al-Harati. Di recente i giornali di Bengasi hanno pubblicato i nomi di tre caduti in combattimento.Nei primi 6 mesi del 2012 la Turchia ha destinato ai rivoluzionari siriani 135 milioni di lire, pari a 60 milioni di euro. Ankara ospita un sofisticato centro di comando e controllo della Nato a Iskenderun. La base ha il compito di raccogliere le informazioni dei satelliti e dei droni (aerei senza pilota) e di girarle ai miliziani che combattono il regime. Il governo di Ankara insegue anche l’obiettivo di creare lungo il confine una zona cuscinetto larga venti chilometri. In questa fascia verrebbero collocate cinque aree di sicurezza. Per difenderle, l’11 agosto gli Stati Uniti avrebbero dato via libera alla fornitura di missili terra aria Fim 91 Stinger. Washington ha messo a disposizione della Cia 25 milioni di dollari per «l’assistenza non letale» ai rivoluzionari.
 
 NEL PORTO turco di Mersin ha attraccato un cargo carico di 4500 tonnellate i cibo, di medicine e di armi. Il finanziatore della spedizione è l’ex premier sunnita libanese Saad Hariri. Suo padre Rafik morì in un attentato nel 2005. Un rapporto dell’Onu ha indicato come mandanti dell’assassinio ufficiali dei servizi segreti siriani e libanesi.