Se venissero accolte tutte le tesi della  star del foro di Nuova Delhi e collezionista di auto, nel 2010 uno dei dieci legali più pagati dell’India, l’inizio del dibattimento potrebbe essere rinviato di nuovo di cinque o sei mesi. Lunedì l’avvocato ha segnato un importante punto a suo favore nell’interminabile processo ai fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Allontanando definitivamente l’incubo di una condanna alla pena di morte, ha ottenuto che non venisse applicata la legge antipirateria ai marò accusati da una indagine a dir poco discutibile di aver ucciso due pescatori del Kerala presi per pirati.

Lei si è battuto contro la presenza nel processo della Nia, l’agenzia nazionale antiterrorismo fondata dopo gli attentati messi a segno nel 2008 da miliziani islamici in alcuni grandi alberghi di Mumbai.

“Certo, se non c’è più il Sua Act, la legge antipirateria, la Nia se ne deve andare. Vedremo fra due settimane”.

Fra due settimane ci sarà anche il capo di imputazione?

“Eh no. Prima la Corte Suprema deve decidere sul punto che ho sollevato, quello della Nia, poi ci sarà il capo d’imputazione”.

Sarà necessario altro tempo quindi?

“Sì, se subentra il Criminal Bureau of Investigation, l’agenzia che applica il codice penale indiano, passeranno altri cinque o sei mesi. L’indagine in sostanza deve ripartire dall’inizio”.

L’attesa si allunga di nuovo?

“In India per ogni procedura giudiziaria è necessario sempre molto tempo. In ogni caso chiederemo che i marines italiani possano tornare a casa subito”.

Lei pensa che la richiesta possa essere accolta?

“Non lo so. Io posso solo assicurare che tento di fare tutto il possibile”.