Dopo i disordini di Roma scatenati dagli ultras olandesi il sindaco Ignazio Marino scarica tutte le colpe sul questore che a sua volta si difende invocando il concetto del contenimento del danno. Sarebbe stato meglio contenere gli animali che si sono travestiti da tifosi, hanno danneggiato la Barcaccia e ridotto Piazza di Spagna, un gioiello che il mondo ci invidia, ad una discarica. Il questore di Roma Nicolò D’Angelo insiste nel dire che l’intervento morbido ha evitato massacri e forse morti. Possibile. Ma anche le polemiche sono un brutto spettacolo: le istituzioni che si scambiano accuse. Certamente la polizia avrebbe potuto essere più severa, avrebbe dovuto intervenire prima. Se certifichiamo che fino alla devastazione di una piazza si può arrivare allora è finita.
Intanto bisognerebbe tenere in galera i <signori> olandesi fino a che non hanno risarcito i danni.
Ma l’interrogativo del giorno dopo che galleggia in questo mare di polemiche e danni è il seguente: perchè questore, prefetto e sindaco non si sono accordati prima su una strategia precisa di contenimento degli hooligans olandesi anzichè scambiarsi accuse dopo? Tutti sapevano che in giro per Roma non c’erano studenti in gita ma pericolosi ultras pronti a ubriacarsi di birra per creare confusione. E pensare che, come ha rilevato Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, bastava monitorare twitter per capire che avevano intenzione di far casino a Piazza di Spagna. Quindi le colpe, se ci sono vanno equamente divise.

Il sindaco Marino è bravo a strillare a ma meno ad organizzare la prevenzione di fronte ad un pericolo annunciato. In ogni caso la polizia avrebbe dovuto caricare e picchiare duro molto prima di quanto ha fatto. Altrimenti è come aver tracciato la linea fino alla quale si può arrivare a far danni senza pagare il conto. Non è possibile.

Una piazza come qualle della Barcaccia, salotto di Roma, non può rimanere in balia di un’orda di tifosi ubriachi. Però bisogna anche smetterla di confondere le idee alle forze dell’ordine. Se intervengono troppo duramente i poliziotti che fanno ordine pubblico finiscono denunciati, se non intervengono finiscono sotto accusa perchè troppo morbidi. A New York o a Londra una cosa del genere non sarebbe accaduta. I tifosi violenti dovrebbero venire in Italia con la paura di esagerare temendo la reazione della polizia. Ma se li coccoliamo come a Roma torneranno più energici di prima. Vanno fermati senza pietà con i mezzi di cui al polizia dispone per l’ordine pubblico. Ora speriamo almeno che i tifosi ancora in carcere vengano condannati con la massima severità e scontino in carcere l’intera pena. Incrociamo le dita. E’ l’unico modo per far sì che si ricordino della Capitale.
Beppe Boni