Il partito democratico a Bologna? Sconosciuto 2015. Mentre l’attuale giunta diretta (così, così….) dal sindaco Virginio Merola annaspa su nodi fondamentali come chiudere parte del centro a moto e ciclomotori e tassare gli avvisi messi in vetrina dai commercianti (Delirium tax) ,l’ex partitone non riesce ad esprimere una idea di primo cittadino. A sinistra non c’è più nessuno, a destra silenzio. L’uomo che piace oggi al mondo delle cooperative e una buona parte dell’ex Pci è l’attuale ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, Udc di lungo corso e democristiano di origine controllata, che però piace anche al centrodestra. Entrambi gli schieramenti lo tirano per la giacca. Lui sorride sornione. Cose mai viste sotto le Due Torri.

Nella città di Gianni Morandi e Lucio Dalla, dove non si perde neanche un bambino, si perde la politica.
Gianluca Galletti, intendiamoci, è un ottimo professionista della politica perfettamente centrato ( in tutti i sensi), moderato, disponibile, gran lavoratore, piacione, grande amico e continuatore della linea di Pierferdinando Casini. Un democristiano perfetto. Fu anche assessore della giunta del civico Giorgio Guazzaloca, il primo sindaco non comunista di Bologna. Galletti per la città sarebbe una risorsa. La sua figura politica e umana, che piace di qua e di là, però mette in risalto anche l’incapacità dell’ex Pci di trovare uomini su cui investire. Il sindaco Merola dice che si candiderà, ma piace a meno di metà del suo partito, anche a chi lo applaude e non ha il coraggio di dire che la pensa diversamente. Prima di lui il comissariamento e il sindaco breve: Flavio Delbono fu costretto a mollare la panchina di <allenatore> in seguito a inchieste su note spese dubbie in Regione e amorazzi che si intrecciavano con l’attività politica. Giorgio Cofferati non ha lasciato il segno e se lo sono dimenticati quasi tutti. Quindi va a finire che si ricomincia non proprio da Giorgio Guazzaloca ma da un suo uomo, Gianluca Galletti appunto. Bologna per pensare in grande ha bisogno di un sindaco di spessore e il Pd, almeno per ora non è in grado di produrlo. Qualche vecchio militante che ancora fa il volontario alla festa dell’Unità (che ha pure cambiato il nome) dice <non moriremo democristiani>. Mai dire mai.
Beppe Boni