Mezzo mondo discute sulla privacy e sull’invadenza dei sistemi di sicurezza che per coprirci le spalle dal terrorismo e dai fanatici delle bombe entrano nell’intimità personale delle comunicazioni. E giù scontri globali, attriti fra governi, sospetti incrociati. In Sicilia succede perfino che gli antagonisti dell’ambiente bloccano, attraverso il Tar, il sistema americano Muos, una rete satellitare della Marina Usa utile alla difesa planetaria. Poi all’improvviso in questa baraonda spionistica di altissimo livello scopriamo di essere indifesi davanti, anzi sotto gli occhi, di una banale telecamera che trasmette in diretta.
Un esempio di mercoledi mattina tutto sesso libero, web cam e alpinismo certifica la permeabilità della nostra privacy, molto più di quanto piotrebbe fare la Nsa degli Stati Uniti.
Due fidanzati alpinisti hanno dato spettacolo, senza saperlo, dinanzi alla web cam che riprende stabilmente il rifugio del Lago sccafiolo, sull’appennino a cavallo fra Modena e Bologna. Arrivati in cima, sotto uno splendido sole di aprile si sono spogliati e appoggiati a un muretto e lì si sono amati con grande energia. Hanno tenuto solo calzettoni e scarponi da montagna. Verso le 10 dagli uffici, dalle case, dai tablet chi per caso ha dato uno sguardo alla web cam del lago Scaffaiolo ha incrociato lo show sessuale dei due fidanzati. Un successo. In un milionesimo di secondo la notizia con tanto di foto dei due ha fatto il giro d’Italia attraverso Facebook. Una lezione per tutti. Fermiamo i servizi segreti americani con una polemica sui giornali e cadiamo di fronte alla web cam di un qualsiasi ufficio turistico. Non siamo mai soli, qualcuno ci osserva sempre. Comunque un applauso ai due fidanzati escursionisti.
Beppe Boni