Ha ragione il benzinaio veneto Graziano Stacchio che fece fuoco contro due rapinatori, uccidendone uno, i quali avevano appena assaltato un negozio e minacciavano una commessa. Dice Stacchio: E’ assurdo condannare chi si difende. E  invece in Italia accade anche questo. E’ la Giustizia alla rovescio. Il caso Stacchio va verso l’archiviazione, ma ce n’è un altro che indigna.

Un signore di Arsiero, Vicenza, Ermes Mattielli, è stato condannato a cinque anni per aver sparato ai ladri rom, ferendoli, che si erano introdotti nel suo capannone armati di mazze. Dovrà anche risarcirli con 135mila euro.  Una vergogna. I giudici hanno interpretato una legge che qualcuno ha concepito e votato. Tradotto in italiano: la legge a volte tutela i rapinatori e massacra le vittime. Di chi è la colpa? Di nessuno naturalmente. Il risultato è che la Giustizia, in questo e in altri casi, non tutela la proprietà privata e le vittime. La legittima difesa deve essere proporzionata all’offesa, recita il codice.

Quindi: Mattielli avrebbe dovuto far entrare i ladri, prego venite non fate complimenti, verificare che volessero davvero rubare, aspettare di ricevere una mazzata in testa ed essere sicuro che l’intenzione era quella di ucciderlo. Solo a questo punto, per rispettare la legge, avrebbe potuto imbracciare il fucile e sparare. Forse solo così il risarcimento lo avrebbe ottenuto lui. Nessuno vuole un’Italia di pistoleri ma da qualche parte la legge fa acqua e il cittadino aggredito in casa o in azienda non può difendersi se non dopo aver verificato che i malviventi vogliono ucciderlo o aggredirlo. L’Italia alla rovescio offre altri spunti vergognosamente folcloristici. L’altro giorno a Napoli un gioielliere ha ucciso due rapinatori che volevano impossessarsi di 5 mila euro. Si è difeso e ha fatto bene. I famigliari di uno dei due uccisi  hanno urlato dinanzi alle telecamere che pretendono Giustizia, come se il congiunto fosse una vittima sul lavoro. E  a dire il vero lo è: per certe persone rapinare e rubare è un mestiere. Sempre alcuni dei familiari in questione, che a prima vista non sembrano allegri mattacchioni ma gente pericolosa, hanno anche urlato che potrebbero uccidere il gioielliere. Ecco chi dovrebbe finire subito in carcere.

Sul tema della sicurezza si giocano  la fiducia nello Stato e le partite elettorali. Quelle descritte sono situazioni limite, ma rimane il fatto che i cittadini all’interno della loro proprietà non possono difendersi e non possono cercare di limitare i danni. Le condanne che abbiamo raccontato sono trasformate in assoluzioni piene da parte della gente. E’ un Tribunale non riconosciuto, ma in Italia è ora di ritoccare la legge sulla legittima difesa affinchè il Tribunale vero giudichi a favore e non contro le vittime dei reati. Casi come quello di Mattielli sono irricevibili. Se ne avete voglia dite la vostra e lasciate un commento.

Beppe Boni