LA FAMIGLIA, atavico luogo dell’intimità e della sicurezza personale, a volte diventa paradossalmente il grembo del crimine. La casa, per tutti il recinto degli affetti, lo scudo e la scuola per affrontare le difficoltà del mondo che c’è là fuori, si trasforma nell’incubatrice di delitti.
Ad Ancona i genitori sono le vittime, altre volte sono i figli a soccombere nell’esplosione omicida di un genitore. Dove si nasconde la motivazione oscura che innesca questi incubi di sangue? Difficile dirlo, quasi impossibile prevederlo e di solito non è mai una sola. Nelle vicissitudini di una famiglia succede che a volte adolescenti e adulti manchino della rispettiva capacità di cementare i rapporti. L’adulto non comprende il disagio dei figli,
i ragazzi si rifugiano nell’isolamento con la perdita di speranza di ricevere aiuto. E lì, nelle menti dove la debolezza sconvolge il ragionamento, può esplodere un gesto estremo acceso da motivazioni futili. Dove i ragazzi non sanno più distinguere tra il bene e il male. Il delitto di Ancona, dove un 18 enne ha ucciso la mamma della sua ragazza di 16 anni e ferito il padre perchè si opponevano alla relazione, riavvolge il nastro dei ricordi e rimanda alle immagini sbiadite di Erika e Omar che nella villetta di Novi Ligure (2001) uccisero la mamma e il fratellino di lei. Riaffiora il fantasma di Pietro Maso, che (1990) ammazzò i genitori per comprarsi l’auto.

RIAPPAIONO i delitti show di Cogne e Avetrana. Quando il collegamento fra adolescenti e adulti in famiglia si spezza del tutto le conseguenze sono imprevedibili. Il disprezzo verso gli adulti e l’incapacità di non essere compresi innescata su personalità fragili può diventare rabbia fatale. Certo, i delitti familiari sono una realtà che affonda nei secoli, ma più i valori si affievioliscono, più il legame con i figli si indebolisce e più aumenta il rischio di situazioni anomale. È il male oscuro di questi anni dove i ragazzi cercano troppo spesso sicurezza ed evasione nel mondo virtuale del web e dove la distanza del rapporto umano con le persone della cerchia familiare si allarga. Alla base di un’esplosione e di violenza c’è sempre un disagio nascosto e una mancanza di comprensione,a volte unilaterale a volte reciproca.
Come difendersi? Non esiste la formula magica. Serve il coraggio di affrontare le situazioni conflittuali, di capire, di ragionare, con il confronto come punto di riferimento.
E forse non conterà nulla.
Ma vale la pena di tentare.