SE FACCIAMO quattro passi in una farmacia virtuale, nascosta e impalpabile come il deep web (il web profondo) c’è da prendere paura. Accanto agli stupefacenti classici esiste un mondo parallelo di medicine «normali» che se manipolate, mescolate in cocktail o accostate all’alcol possono diventare letali. Dipende da come vengono utilizzate. Del resto anche distinguere farmaci illeciti da quelli leciti dipende dal giudizio sociale. Gli esperti che studiano e analizzano la tossicodipendenza non parlano nemmeno più di «cocktail del sabato sera» ma di neuroalchimie ormai codificate nel mondo dello sballo. Accanto alle droghe diffuse come eroina e cocaina, scopriamo che i ragazzi si sballano con l’Oki (uno degli antidolorifici più diffusi ed efficaci), Ketamina4, Roipnol, psicofarmaci di nuova generazione. Tutta roba di cui gli spacciatori sono provvisti come farmacie ambulanti. Colpa di chi non calcola gli effetti collaterali? No, ovviamente. Quasi sempre è la creatività scellerata dei tossicodipendenti che porta alla mescolanza.
È UN MONDO sempre più fuori controllo dove paradossalmente bisogna arginare l’uso di medicinali leciti utilizzati in modo illecito. Molte medicine possono far bene o ammazzare nello stesso tempo. Se assumi un Oki per il mal di schiena va bene, se lo accosti all’alcol diventa veleno. Le campagne di legalità, fuori e dentro le scuole, nelle tante sedi dove si parla di tossicodipendenza devono approfondire questo tema. Bisogna informare di più, bisogna gridare, lanciare allarmi forti. Fuori i nomi delle medicine, spieghiamo ai ragazzi come non vanno utilizzate e che certe sostanze possono curare ma anche uccidere. I medicinali leciti finiscono in mano ai tossici in tanti modi: con ricette false, riciclati da organizzazioni criminali che li rubano in grandi quantità, a volte prescritti con leggerezza dagli stessi medici. L’e-commerce via internet, dove viaggiano quintali di anabolizzanti ma anche armi e ordigni, è un altro canale sempre più usato e su cui il Servizio centrale antidroga sta intensificando l’impegno. Il campo d’azione è ampio, che fare ancora? Banalmente anche un giro di vite sulle prescrizioni, unito a controlli più rigidi, può costituire una prima legittima difesa. Crea disagio agli utenti? Se dobbiamo limitare la nostra libertà per ottenere qualche risultato si può accettare il sacrificio.

Beppe Boni