Bologna, la dotta che sognava in grande, la vetrina della buona amministrazione, la culla dell’università più antica del mondo è una città rassegnata. Una signora di sangue blu che vive politicamente di rendita. Oggi è più famosa per le occupazioni di case e le scorribande degli antagonisti che per il buongoverno. È la metafora della sostanziale bocciatura del sindaco uscente Virginio Merola, un giocatore di centrocampo che non ha mai scaldato i cuori della curva e che caracolla verso un ballottaggio con prospettiva di tagliare il traguardo senza gloria. Tutto sommato meglio che a Roma dove la sberla al Pd di Giachetti è stata più forte per mano della grillina Virginia Raggi.

A Bologna alla fine di una campagna elettorale priva di emozioni col centrodestra monopolizzato dalla Lega, proiettata alla sfida finale con la pasionaria Lucia Borgonzoni (19,8%), le cose sono andate come dovevano andare. Per la verità anche i grillini del burbero Massimo Bugani hanno sfiorato col 18,4% i play off. Dunque Carroccio e Lega sono da valutare seriamente come veicoli di forte insoddisfazione. Il Pd ha sostenuto il sindaco uscente per mancanza di alternative e tornerà a governare le Due Torri con mille problemi irrisolti e un elettorato sempre più deluso. Del resto l’affluenza, 59,72%, più alta della media nazionale, ma in calo rispetto alle precedenti elezioni omologhe (71,40%), è un altro dato eloquente. Bologna, dunque ribolle di insoddisfazione, con i cittadini scontenti sui temi come immigrazione, traffico e sicurezza. Arriccia il naso ma preferisce l’usato sicuro di Virginio Merola. Così vanno le cose. In realtà è un lento declino, un malessere intriso di indifferenza.

Nell’Emilia che non cambia mai anche a Ravenna le acque sono agitate per il Pd. Il dinamico candidato Michele De Pascale fino all’ultimo sul filo del 47,67% si avvia verso il ballottaggio con il competitor del centrodestra Massimiliano Alberghini sul 28%. Altro messaggio al Pd in una città bacchettona, paciosa e comunista per tradizione e per interesse. Infine la Rimini di Federico Fellini. Niente scossoni, riconfermato al primo turno il sindaco della Notte Rosa, Andrea Gnassi sul 56%. Alla fine in Emilia Romagna, col Pd logoro ma presente, vale la massima che chi si accontenta gode.

BEPPE BONI