L'ora di Religione

Da Betlemme al giglio. Frate Faltas a Firenze

Giovedì 14 giugno, alle 20.45, il frate francecano Ibrahim Faltas sarà a Firenze, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi (via Cavour 1), dove, su inizativa di Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze, e del vescovo Luciano Giovannetti, Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, verrà presentato il suo libro “Dall’assedio della Natività all’assedio della città. Betlemme 2002-2012”. Intervengono Giuseppe Bonavolontà, corrispondente Rai da Beirut, per Libano e Siria, e Maurizio Oliviero, Ambasciatore dell’Italia per il progetto Erasmus.

  

Betlemme non è lontana dalla Toscana. Non lo è, come tutta la Terra Santa, per quel senso di ansia condivisa per la pace che genera, a livello religioso e civile, iniziative per ricucire le ferite, tenere in piedi ponti, anche da quella città, che dette il Natale al bambino “Re dei re”, a Firenze dove la sua insegna figura sul portone centrale di Palazzo Vecchio. Da ogni conflitto la voce (e il grido, come in queste ore in Siria) dei piccoli parla della regalità offesa di ogni bambino, da ripristinare proteggendone la vita. Giovedì 14 giugno, alle 20.45, sentiremo la voce di Betlemme nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, dove, su inizativa di Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze, e del vescovo Luciano Giovannetti, Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, verrà presentato, con l'autore, il libro “Dall’assedio della Natività all’assedio della città. Betlemme 2002-2012”, del frate francescano Ibrahim Faltas. Intervengono Giuseppe Bonavolontà, corrispondente Rai da Beirut, per Libano e Siria, e Maurizio Oliviero, Ambasciatore dell’Italia per il progetto Erasmus. “La basilica della Natività – osserva Barducci che l'ha visitata - evoca tante sensazioni, lo dico da laico. Non è la stessa cosa che visitare un qualsiasi altro luogo della cristianità. C’è un qualcosa di più che in qualche modo ti ispira e ti rende anche un po’ più consapevole di ciò che accade da quelle parti. Penso all'incontro con il padre francescano Ibrahim Faltas”, per l'appunto. Nel 2002, a fronte di “un’azione terribile come quella dell’occupazione militare della basilica da parte di un gruppo armato palestinese, padre Ibrahim ha impedito una rappresaglia che avrebbe significato soltanto morti, morti e morti. E' la dimostrazione che si può riuscire a trovare un equilibrio, una mediazione, fra parti davvero incattivite”. Come fa la Fondazione Giovanni Paolo II che, dalla Toscana, porta avanti dei processi molto seri sul versante della formazione, anche a Betlemme.

Betlemme luogo della geografia del Vangelo e della vita di Gesù, Betlemme assediata dai tank israeliani, Betlemme percorsa dal terrorismo palestinese sotto le sue diverse sigle, Betlemme dei cristiani, Betlemme dall’economia strangolata (Coop Italia, Unicoop, Cisl, Confcommercio hanno attivato l’importazione e la vendita di prodotti dell’artigianato locale della città),

Sono legami che crescono in un quadro di "diplomazia di base" condotta da enti locali, da una parte, e dalle diocesi – Firenze in testa e Fiesole - dall'altra, su binari diversi. Nel '95 la Custodia francescana che amministra i luoghi di culto cristiani in Terra Santa accolse la proposta della chiesa fiorentina di gemellaggio con Nazareth, in Palestina, attraverso un legame particolare tra le basiliche dell'Annunziata delle due città.

Il gemellaggio era favorito anche da una serie di coincidenze toponomastiche e di "geografia" ecclesiale. Già alla fine del 1400 Girolamo Savonarola scriveva : "O Firenze, tu dovresti essere florida come tu hai il nome! dovresti essere una nuova Nazareth, che vuol dire 'florida'".

La lettera di accettazione, rivolta al cardinale Piovanelli, arcivescovo di Firenze, era firmata da Padre Giuseppe Nazzaro, responsabile della Custodia. Da un punto di vista pastorale la chiesa fiorentina sceglieva da una parte di essere presente con uno spirito di pace nelle contraddizioni, spesso violente, che si esprimono in Terra Santa, e dall'altra di aiutare i cristiani di Nazareth e la Custodia di Terra Santa, impegnata nella predicazione e nella cura di luoghi come Cafarnao che mantengono le tracce del passaggio di Gesù di Nazareth. In quale scenario si inseriscono gli interventi di diocesi e di enti locali? E' un quadro di notevole complessità che Andrea Giovannelli, dottore di ricerca in storia sociale e religiosa, ha ricostruito con puntiglio in 'La Santa Sede e la Palestina', edito da 'Studium'.

A Betlemme la Custodia di Terra Santa conduie una scuola con allievi sia cristiani sia musulmani. A questo scopo la Coop consegnò a Faltas un assegno di 62 mila euro. Era il 2002. In quell'occasione, a Firenze, pur prendendo spunti da gravi fatti di cronaca del momento, rappresentò in poche parole una visione: “Sono contro questa violenza che continua e non si sa più quando finirà. L’unica via d’uscita è il ritorno ai negoziati, percorrere la strada che abbiamo percorso noi durante l’assedio della basilica, insistendo per una soluzione pacifica. Adesso sul campo c’è solo questa violenza. Chiediamo alla comunità internazionale che faccia pressione sulle parti. D’altra parte gli uomini di religione devono educare alla pace i più piccoli: ci vuole tempo e pazienza”. “Tutti i muri sono caduti... Facciamo cadere il muro che c’è già, non tiriamone su un altro. Spero che sia gli israeliani, sia i palestinesi lo capiscano”. L'incontro di Firenze è un'occasione per cercare di capire cosa è maturato da allora, nonostante gli anni deglla "guerra preventiva".

Michele Brancale

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