Pellegrini tra le cose ultime
I primi padri della Chiesa, come Ireneo di Lione, la cui predicazione ha radici in quella dell'apostolo Giovanni per il tramite di Policarpo, sottolineavano come il fondamento di ogni vera saggezza fosse la riflessione sulla morte. Attenzione: non per stare male, per gusto del macabro, ma per scelta dell'essenziale, di quell'amore che non si perde . E' un tema che Ernestina Pellegrini, docente di Letterature comparate dell'ateneo fiorentino, ha toccato esplorando le immagini della morte prima in 'Necropoli immaginarie. Rappresentazioni della morte in Balzac, Flaubert, Dickens, Dostoevskij e Tolstoj, e ora ne 'Il grande sonno', per le edizioni Florence Art. 'Il grande sonno': un altro modo per chiamare la morte e il morire in grandi autori dell'800 e del '900 (Verga, De Roberto, Pirandello, Tomasi Di Lampedusa, Sciascia e Bufalino). I saggi di critica letteraria, ora riuniti in un solo volume, evocano la teologia, “nella speranza di arrivare a capire, anzi di credere, che la fine non è proprio la fine di niente”. L'autrice ha indagato negli anni questo particolare profilo con rigore scientifico per cogliere tratti della visione di autori diversi e in parte coevi e comporli in un mosaico che risponde ad un'esigenza interiore, emersa davanti alla scomparsa di persone care. Di fatto riaffiora con decisività la domanda di senso che tutti abbiamo. “Mi venivano in soccorso – spiega Pellegrini – alcune letture in area junghiana, là dove si diceva che è proprio attraverso questa assunzione metaforica della morte, attraverso questa assunzione della prospettiva del mondo infermo come paradigma (come la intende Hillmann) che forse diviene possibile 'fare anima' nella cultura occidentale avvalendosi dello sguardo dell'arte”.
Il ritorno delle stagioni e delle ricorrenze chiamano proprio a “fare anima” Ogni volta che viene Natale, ad esempio, viene riproposto giustamente, in diversi modi (cinematografici, teatrali e, naturalmente, come testo) il Cantico di Dickens, splendido affresco antiutilitarista di una ricerca effettuata “nel tempo fuori dal tempo”, nel quale il vecchio avaro Scrooge viene condotto per riaccogliere una salvezza che abbraccia lui e tutti. E' il tema che viene esplorato teologicamente all'interno di quelle che sono chiamate teologicamente 'Le cose ultime' (titolo, peraltro, di uno studio fondamentale di Romano Guardini). Verso dove andiamo? Significativamente Pellegrini chiama 'Verso un punto solo' il capitolo iniziale del saggio dedicato a Verga, nel quale sono enunciati i temi sviluppati non solo in rapporto allo scrittore siciliano, ma anche agli altri. Evidente che la lettura del nuovo volume è complementare a 'Necropoli immaginarie', in sintonia con quella dedica che Claudio Magris ha posto al suo 'Infinito viaggiare': “... ai compagni di viaggio che ho amato e che sono già arrivati”.
'Il grande sonno' verrà presentato a Firenze mercoledì 29 gennaio, alle 17.30, nella Biblioteca delle Oblate in via dell'Oriuolo 26, nell'ambito del ciclo 'Leggere per non dimenticare' curato da Anna Benedetti. Introduce Giusi Quarenghi. Letture di Angela Giuntini. Proiezioni delle foto di Cecilia Tosques.