Perfetta letizia
Francesco d'Assisi (1181-1226), la cui festa ricorre il 4 ottobre, è un uomo che si è dissociato con Vangelo dalla logica della spada, che lui aveva praticato prima di convertirsi, partecipando alla guerra tra Assisi e Perugia. A Francesco si deve l'espressione “perfetta letizia”. Non è uno stato di perenne allegria, quanto piuttosto la scelta tenace di mantenere il cuore dissociato dalla volontà di far male, di prevalere, di usare anche la lingua come una spada. Tutti sanno come è più facile confessare i peccati degli altri altri piuttosto che i propri. Lo si fa in modo scomposto e mediatico, lo si fa a bassa voce insinuante. E' lo spettacolo desolante dell'aggressività, una catena al termine della quale c'è sempre un debole che viene prevaricato. Anche con l'uso violento delle parole. Francesco dice che anche il contrario è possibile, che vi è un'alternativa allo stato di natura. Per lui Gesù viene a identificarsi con i “minores”, potremmo dire con gli scarti. Gesù parla a Francesco nell'animo e dalla croce e nella persona del lebbroso, in un tempo in cui, riprendendo un'efficace espressione di Papa Francesco (che ne è debitore a sua volta al benedettino Dom Vonier), la “mondanità spirituale” si evidenziava senza freni in una parte, centrale, del mondo ecclesiastico. Scrive Giacomo da Vitry, all'indomani della morte di Papa Innocenzo III, figura importante nella storia di Francesco, che “tutti erano così occupati nelle cose temporali e mondane, in questioni di re e di regni, in liti e processi, che appena permettevano che si parlasse di qualche argomento di ordine spirituale”.
D'altra parte, osservava padre Ernesto Balducci nel suo 'Francesco d'Assisi', “stava cominciando allora quella civiltà del denaro che è oggi la nostra gloria e la nostra tribolazione (essa non ha abolito i minores, anzi li ha moltiplicati)”.
La “civiltà del denaro” è all'origine di non pochi disastri del post '89. Pensiamo alle sue declinazioni nei termini della speculazione finanziaria e di un'idea selvaggia di mercato e alle voragini che ha creato nei primi dieci anni del nuovo millennio. Dovremmo riflettere con maggiore dettaglio su chi ha accumulato ricchezza ricavandola da conflitti e guerre, dalla logica della spada.