Una questione capitale
Donald Trump, il presidente Usa eletto, ha annunciato che alla Corte Suprema nominerà giudici 'pro vita' (anti aborto) e 'pro secondo emendamento' (autodifesa con le armi). Nel frattempo, alle elezioni presidenziali è stato associato il voto in tre Paesi – Nebraska, California e Oklahoma – su aspetti diversi della pena di morte e della sua applicazione, che ha determinato la reintroduzione della pena capitale nel primo dei tre, non ne ha consentito l'abolizione nel secondo (ma sì a una più rapida procedura del processo d'appello per i condannati a morte) e nel terzo, dove vige una moratoria, ne ha fatto prevalere il rifiuto a considerarla punizione crudele ed inumana e a considerare costituzionali tutti i metodi di esecuzione, esclusi quelli vietati dalla costituzione federale. Le contraddizioni nelle scelte annunciate del neo Presidente in ordine a due temi sensibili e in quelle di popolo sulla pena capitale sono evidenti. Sulla pena di morte e sulle scelte a riguardo d'Oltreoceano si sente per ora molto freddo e, soprattutto, troppo silenzio; forse non solo negli Usa.