Con gli occhi dell’allievo: don Milani 50 anni dopo
Chi è stato davvero don Milani? Michele Gesualdi cerca di rispondere con 'Don Lorenzo Milani. L'esilio di Barbiana', edito da San Paolo. Il libro è stato presentato sabato 26 novembre a Firenze nel Salone dell'Istituto degli Innocenti, gremito di amici dell'autore e di tanti che hanno in don Milani un riferimento che orienta. Gesualdi, che è cresciuto fin da bambino accanto a don Milani, più volte è intervenuto nel coltivarne la memoria, nel proteggere con altri amici i luoghi che videro e accolsero presenza e testimonianza del priore di Barbiana. Ha difeso l'uomo e il prete dalle strumentalizzazioni, raccontando fatti, proponendo documenti, cercando comunque di tenersi fuori dall'anedottica. Non è stato facile, ma ora il diario dei ricordi, suffragato da documenti, è diventato un libro unico nella bibliografia su don Lorenzo, scritto “servendosi di un linguaggio non accademico, ma con grande consapevolezza storica di don Milani e del suo tempo”, osserva nella prefazione lo storico Andrea Riccardi, che è intervenuto alla presentazione, promossa da da Regione Toscana e Fondazione Don Lorenzo Milani, insieme al cardinale Giuseppe Betori; Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale della Toscana; Paolo Bambagioni, consigliere regionale della Toscana; l'autore; Lauro Seriacopi, docente di filosofia e storia; don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. Cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. L'incontro è stato moderato da Vincenzo Morgante, direttore di Rai Tgr.
“Milani – ha detto Riccardi - è fondamentalmente un prete e un cristiano che sceglie per i poveri e per il Vangelo. La sua personalità e la sua opera si sono imposte all’attenzione di laici, giornalisti, insegnanti, amici. Ma sia la sua opera che la sua personalità sono impregnate da questa sua scelta evangelica per i poveri”. Gesualdi “ne ha conservato la memoria storica con affetto e puntualità. Ha riflettuto e approfondito. Oggi ci offre il distillato della sua ricerca e della sua memoria”.
“Gesualdi – ha commentato il cardinale Betori - fa un passo in avanti, perché le parole scritte dal Priore e divulgate nei precedenti volumi, con questo libro, entrano nel quadro di eventi disposti nella forma di una narrazione”. Betori ha svolto un importante riflessione ai fini di una lettura ecclesiologica come vescovo della diocesi di don Lorenzo e ha annunciato che la Chiesa fiorentina, il prossimo anno, a 50 anni dalla scomparsa del priore, riprenderà le istanze di fondo di 'Esperienze pastorali' per ripensarle nelle condizioni sociali, culturali ed ecclesiali di oggi. “Sapete quanto mi sia impegnato per togliere il divieto della Congregazione del Sant’Offizio alla pubblicazione e alla diffusione del libro – ha sottolineato Betori - trovando in Papa Francesco disponibilità pronta e una decisione chiara, che libera da ogni ombra la figura dell’autore e i contenuti del libro, spiegando l’improvvida decisione di allora come legata solo alle circostanze del tempo, con prevalenti responsabilità di ambienti romani – e probabilmente più politici che ecclesiali – piuttosto che fiorentini, dal momento che, in quel frangente specifico, l’agire dal card. Ermenegildo Florit appare ai nostri occhi improvvido più che animato da intenzioni persecutorie”.
Per il Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani il “ruolo di Milani nella Firenze e nella Toscana degli anni Sessanta, gli anni dei movimenti, della rivoluzione culturale del ’68, è stato straordinario... Rispetto ai valori del cattolicesimo democratico, riesce a tenere ancorate tante istanze, che altrimenti si sarebbero disperse nello spirito di contestazione di quegli anni”. “Le sue testimonianze e le sue lotte – ha commentato il presidente - lo portarono anche ad essere emarginato”. “Non possiamo che essere orgogliosi di un personaggio eccezionale della nostra terra, che seppe trasmettere i valori più belli e più autentici di una Firenze ed una Toscana centri di libertà e tolleranza, di espressione culturale autentica”.
“E’ un libro commovente e straordinario” ha dichiarato Paolo Bambagioni. “Gesualdi ha il merito di aver raccontato la sua esperienza di vita facendoci scoprire un don Milani visto da vicino, fotografato in tutta la sua umanità: un prete, un maestro, un uomo, un padre. Ringrazio la Fondazione per la tenacia e il lavoro che svolge in tutta Italia”.
Presente in sala, contento per l'accoglienza data al suo libro e per la presenza di tanti, Gesualdi, non potendo intervenire direttamente a motivo di problemi di salute, ha lasciato leggere il suo intervento alla figlia Sandra: “Don Lorenzo deve essere lasciato a camminare per le strade, insieme alla schiera immensa di altri santi che non sono e non saranno mai sull’altare”.