L'ora di Religione

C’è un’alternativa alla guerra (e alla riabilitazione dell’idea di conflitto)?

Chi può darsi la bussola da solo? Ma è proprio quello che si crede di poter fare quando non si ha cura del prossimo, quando si riabilita in modo dissennato il conflitto, l'idea stessa della guerra, e ci si lascia andare a una presunta intelligenza che allontana, che non ascolta Dio che dice: “Non uccidere”.

Comprendere ragioni di difesa non inficia il principio che nessuno può benedire una guerra. E' sempre una sconfitta.

Prendere possesso di una terra, per i cristiani, non è colonizzare, diventare proprietari di un territorio; è proprio un'altra cosa.

Facciamoci aiutare da uno dei primi documenti cristiani, 'A Diogneto':

“I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. Questa dottrina che essi seguono non l’hanno inventata loro in seguito a riflessione e ricerca di uomini che amavano le novità, né essi si appoggiano, come certuni, su un sistema filosofico umano.

Risiedono poi in città sia greche che barbare, così come capita, e pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, come tutti hanno ammesso, incredibile. Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera. Come tutti gli altri uomini si sposano ed hanno figli, ma non ripudiano i loro bambini”.

La  saggezza e l' intelligenza dei cristiani agli occhi dei popoli è disarmata, ma oggi la non violenza attiva (non da spettatori) sembra essere considerata un'ingenuità che non può spostare le montagne; nel dibattito pubblico sulla guerra in Ucraina non viene presa in considerazione come una strada da percorrere. Si dedicano ponti e strade a Gandhi che la la via della non violenza l'ha percorsa sul serio, certo in un contesto e in un tempo diversi ma non meno aggressivi e sanguinosi di oggi, eppure il Mahatma resta sullo sfondo come qualcuno di nobile e lontano.

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