Il nulla che serve
C’è un “nulla” che serve. C’è un “inutile” che funziona, anzi è necessario per far funzionare le cose, per dare ad esse un respiro umano. E’ il “nulla” della città debole (le altre tre ‘municipalità’ rispetto a quella civica: carcere, istituti e ospedali) che ha una popolazione non banale e un’altra misura del tempo rispetto a quella corrente, che è “funzionalizzata”: le mille declinazioni de “il tempo è moneta” fino a lucrare sulla sanità a discapito della prevenzione. Il “nulla” che non vale è vitale perché diventa una domanda di speranza e d’amore. Vivendo digitalizzati si sta invece sempre altrove con forme esaltate eppure ordinarie di mutismo e di sordità. “Il nulla che serve” è il nulla preziosissimo che siamo e che ha bisogno di ascoltare e di essere ascoltato.