Libano, confine sud

ONE WORLD

Accade che un gruppo di studenti di un’università italiana raggiunga una delle missioni estere delle nostre Forze Armate, una “zona di operazioni”. Il Libano, per l’esattezza.

Quindici studenti, laureandi in giurisprudenza ed in relazioni internazionali, che grazie ad un accordo tra lo Stato Maggiore della Difesa ed il loro ateneo passeranno una settimana immersi nella realtà di un’operazione militare di pace, nella fattispecie una missione ONU.

Accade anche che, tra le varie attività cui prendono parte in un programma a dir poco intenso, ci siano contatti con la realtà del luogo. Il Libano del sud appunto, ricchissimo patrimonio di cultura e di storia sacra e profana, luogo ove il percorso del genere umano è stato scritto nei millenni passati.

Nell’ambito degli incontri, l’università islamica di Tiro, per una sorta di gemellaggio in cui gli studenti presentano reciprocamente il loro corso di studi, i loro luoghi di provenienza, le loro aspettative ed i loro approfondimenti a livello accademico. Due ore di dialogo intenso, tra giovani di un mondo attuale in cui non c’è bisogno di interpreti grazie alla comune conoscenza di altre lingue, in cui non si usano più i gesti ma ci si intende con le parole e con gli sguardi, come se si facesse parte da sempre dello stesso gruppo. Nessuna lingua, nessun colore di pelle, nessuna religione può limitare questa osmosi di esperienze e di stati d’animo tra esseri umani coetanei e desiderosi solo di fare amicizia: sincera, disinteressata … Umana e nulla più!

Si esce per i saluti ed un paio di scatti insieme: sbucano dalle tasche gli smartphones e partono le foto, i sorrisi, le pose scherzose. Poi, immancabile, arriva il selfie: due ragazze libanesi dell’università islamica, sei ragazzi italiani. La proporzione è assolutamente impari ma i loro volti e i loro sorrisi la rendono insignificante e impercettibile: volti puliti, sorridenti, sinceri. Volti di un mondo che vuole stare insieme senza ostacoli e senza vincoli, in pace: one world! Così ci vogliamo, per questo siamo qui.

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