L'Italia sulla luna

Monti ha il dovere di sciogliersi dall’abbraccio mortifero dei partiti

I casi, come si usa dire spesso, erano (sono) due: o continuare a mediare ed essere ostaggi dei partiti e dei politici di professione o dare un segnale di quell’autonomia (o indipendenza,se si vuole) in base alla quale, come “tecnici” sono stati chiamati a guidare il Paese.
E, a seconda dell’evolversi della complicatissima situazione, i casi possono essere ancora due. O essere mandati a casa (loro “tecnici” chiamati a risollevare le sorti del Paese) dagli habitué del parlamento sovrano come politici qualsiasi colpevoli di non aver saputo mediare abbastanza. O (loro “tecnici” chiamati a risollevare le sorti del Paese) rischiare di essere mandati a casa dai politici di professione, per troppa autonomia, per troppa indipendenza. Insomma per non aver omaggiato abbastanza i politici di professione.
Sono forse stati questi, in soldoni, i ragionamenti che devono aver turbato recenti giorni e notti del professor Monti, premier di questo governo di professori che sulla carta ha il compito di salvare l’Italia dopo i disastri fatti dai politici di professione.
E deve essere stato proprio in base a questi ragionamenti che il professor Monti, scansando pensieri, opinioni e ragionamenti dei vari partiti abituati al manuale Cencelli, ha deciso motu proprio di battezzare i nuovi vertici della Rai. E deve essere stato per lo stesso motivo che il ministro della giustizia Severino ha annunciato che il governo, senza stare a perdere troppo tempo, porrà la fiducia sul ddl anticorruzione. Se passa bene, sennò tutti a casa.
Insomma, sembra proprio che il governo Monti abbia deciso negli ultimi giorni di sciogliersi dall’abbraccio mortifero dei vari partiti che lo sostengono in parlamento ma che, con tutti i loro distinguo, lo stavano portando verso una ineluttabile agonia.
E questo, al di là di tanti bizantinismi, non può che essere un bene. Monti e gli altri professori sono stati chiamati a palazzo Chigi per tentare di salvare la nave da crociera Italia che si stava inabissando? Bene, hanno il dovere di provarci in tutte le maniere possibili scontentando possibilmente sia a destra che a sinistra. Facendo scelte indigeste sia per la sinistra che la destra. E anche per il centro.
Anche per onorare la chiamata del Presidente Napolitano Monti e i suoi professori hanno il dovere di provarci in tutte le maniere, anche le più indigeste ai vari partiti che non vedono l’ora di poter tornare al potere.
E se il governo Monti deve cadere per qualcosa, come si auspica da più parti, è meglio che cada per i suoi tentativi di autonomia e di indipendenza da un politica che ancora non sembra essersi resa conto della situazione in cui siamo, che per i troppi compromessi con una classe politica che meriterebbe solo di essere pensionata.
E non per l’età anagrafica, come direbbe il rottamatore sindaco di Firenze Renzi (perché si può essere lucidissimi anche con un bel po’ di anni addosso, come dimostra ogni giorno Napolitano) ma per manifesta incapacità. Incapacità di gestire il presente, incapacità di programmare il futuro.
Guardiamo nei prossimi giorni che cosa decideranno i politici di professione: se rispetteranno il gioco imposto dal professore della Bocconi o continueranno a mettergli i bastoni tra le ruote.
In ogni caso, se un giorno dovesse essere vittima di qualche trabocchetto, Monti dovrebbe cadere da “professore”, da “tecnico”, da uno che ci ha provato in tutte le maniere a salvare l’Italia. Non certo come un qualsiasi, insignificante politico di lungo corso.

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