L'Italia sulla luna

Male parole fra Casini e Bersani. Il Pd sempre più nei guai

E’ davvero senza limiti, come ebbe a dire pochi mesi fa l’ex premier Prodi, la spinta al suicidio del Pd. Proprio oggi infatti si sono presi a male parole il segretario Bersani e Pierferdy Casini, leader dell’Udc e fino a pochi giorni fa possibile alleato di un prossimo governo di centrosinistra (ammesso che il Pd riesca a vincere le elezioni, cosa per me sempre più improbabile).
Si sa che il cattolico Casini ha sempre fatto presente a Bersani di non avere nessuna intenzione di far parte di un’alleanza in cui fosse presente anche Nichi Vendola, governatore della Puglia e leader di Sel.
Ma Bersani in tutto questo tempo ha continuato politicamente a flirtare con lo spavaldo Nichi, fino a che Casini, forte anche della dichiarazione di Montezemolo, non ha deciso di prendere le distanze da Bersani e a proporre (d’accordo anche con Fini) una lista civica nazionale con personalità di grande spicco, in favore di un nuovo governo Monti.
Oggi Casini è arrivato a dire: “Stimo Bersani, ha avuto il coraggio di dare vita al governo Monti. Ma non sono convinto, inorridisco all’idea che il futuro possa essere consegnato ad un’alleanza tra Bersani, una persona ragionevolissima, e Vendola una persona non adatta politicamente a governare. Il combinato disposto produrrebbe un pessimo risultato”.
Apriti cielo. Il segretario del Pd (per il quale Casini aveva riservato peraltro anche parole di apprezzamento) se l’è presa davvero tanto e ha rispedito al leader dell’Udc parole al veleno. Ha detto Bersani: “Noi abbiamo portato l’Italia nell’euro mentre Pier Ferdinando inorridiva assieme a Berlusconi in quel momento lì. Penso che in Europa se lo ricordino”.
Alla luce di queste parole sembra davvero impossibile (anche se in politica nulla è impossibile) che da qui a breve possa essere ricomposta la frattura fra Casini e Bersani. Diciamo pure che potrebbe essere insanabile.
Ma per il Pd i guai, se vogliano chiamarli così, non finiscono qui. Perché proprio oggi Vendola stesso ha dichiarato di voler partecipare alle primarie che si svolgeranno a fine novembre e le cui regole saranno fissate in un’apposita riunione dei dirigenti del partito questo fine settimana.
Vendola insomma vorrebbe presentarsi come possibile leader della coalizione avendo tutto un programma anti-Monti. La qual cosa non sta per niente bene ad una bella fetta del Pd, a cominciare da molti cattolici capeggiati da Beppe Fioroni che hanno fatto sentire la loro voce alta e forte.
Non è certo una novità. Ma davvero il Pd in questo momento fra bersaniani, d’alemiani, veltroniani, renziani, cattolici, fra chi vorrebbe stare con Casini e non con Vendola, fra chi vorrebbe stare con Vendola ma non con Casini, fra chi vedrebbe bene un Monti bis e chi vede un Monti bis come il fumo agli occhi, sembra sull’orlo dell’implosione. Non succederà, perché Bersani potrebbe tentare di accomodare un po’ i cocci.
Ma se anche non avvenisse l’implosione una domanda è d’obbligo. Se pure il Pd alle prossime elezioni risultasse il partito più votato, Bersani con chi penserebbe di poter governare? Con la Sel di Vendola?
Suvvia non scherziamo. Ed è per questo (e anche per tutto ciò che sta succedendo a destra) che in molti sondaggi gli italiani si esprimono a favore di una nuova tornata governativa affidata al bocconiano professor Monti.

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