L'Italia sulla luna

L’accordo fra Berlusconi e Maroni: chi fregherà chi?

A poche ore di distanza dall’accordo raggiunto col Pdl, il segretario della Lega Maroni sente la necessità di sottolineare che lui si fida di Berlusconi (che il dio Po lo protegga, forse anche Abele si fidava di Caino). Racconta Bobo: “Berlusconi si è impegnato per iscritto a non candidarsi alla presidenza del Consiglio. Il suo è un atto di generosità, è scritto nell’accordo, certo”.
Dunque, Pdl e Lega insieme alle elezioni. Ma che accordo è, che alleanza è? Allora facciamo un passo indietro e cerchiamo soprattutto di immaginare chi vuol fregare chi.
Allora, il Pdl ha assoluto bisogno della Lega per tentare di bloccare, alle elezioni di febbraio, il quasi certo predominio del Pd. La Lega ha assoluto bisogno del Pdl per poter vincere in Lombardia e insediare Maroni al Pirellone come governatore al posto del decotto Formigoni. Ma c’è un ma. Perché la base leghista non vuol neppure sentir parlare di far parte di un nuovo possibile governo guidato da Berlusconi.
Ed ecco quindi l’accordo fregatura messo in scena dai due leader: Pdl e Lega vanno insieme alle elezioni, Berlusconi fa il capo della coalizione ma non si candiderà come aspirante premier. Il premier, in caso (ahinoi) della vittoria di Pdl-Lega sarà deciso congiuntamente da Berlusconi e Maroni dopo i risultati elettorali.
Berlusconi (almeno all’apparenza) sottoscrive questo patto, dice che in un nuovo possibile governo potrebbe ritagliare per sé il ruolo di ministro dell’economia (perché – dice – chi altri meglio di lui potrebbe fare il ministro dell’economia?) e già che c’è propone per il ruolo di premier Angelino Alfano, segretario del Pdl, ma soprattutto suo segretario particolare (ricordate il famoso lodo Alfano?).
Che ne dite di questa furbata dell’anziano ex premier? Un po’ troppo sfacciata perfino per il (quasi) giovane Maroni che a strettissimo giro di posta fa sapere al Cavaliere che la Lega, invece, come possibile premier vedrebbe benissimo l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti. Tremonti, proprio lui, forse uno degli uomini più odiati dal Cavaliere di Arcore, quello cui forse addebita tutti gli sfaceli dei suoi recenti governi.
Addio, poche ore dopo l’annuncio dell’alleanza il clima idilliaco fra Pdl e Lega sembra già pronto a frantumarsi con dichiarazioni che si incrociano in tempo reale.
Berlusconi va a Telelombardia e descrive Tremonti come “persona particolare, molto intelligente ma difficile”. Aggiungendo che a Tremonti per fare il premier “manca il talento di tenere unito il gruppo. Dopo poco che ci parli capisci che Tremonti pensa ‘lui è un cretino e io sono intelligente’. Questo non fa fare squadra”. E quindi, dice il Cavaliere, tra Alfano e Tremonti come premier meglio Alfano.
Passa poco tempo e il divo Giulio va a farsi intervistare da Corrado Formigli su La7. E lì a “Piazzapulita” non trova di meglio da fare che sbeffeggiare apertamente il Cavaliere di Arcore. “Lui all’Economia? E’ un ministero molto complicato, lo vedrei meglio allo Sviluppo: potrebbe dimostrare le sue effettive capacità di imprenditore”.
Fine del primo atto della sceneggiata messa su da Pdl e Lega. Sceneggiata? No un film che, viste le premesse, riporta alla mente un brillante capolavoro di qualche anno fa, “La stangata”. E allora, chi fregherà chi? Sono aperte le scommesse. Peccato per qualche milione di italiani che resteranno vittime di questo perfido meccanismo.

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