L'Italia sulla luna

Se le Poste, invece delle lettere, recapitano spaghetti

Ancora sulle Poste. Qualcuno dirà, no basta, non se ne può più di leggere lamentele sulle Poste, non se ne può più di sentire che le Poste non funzionano. E anch’io devo ammettere non ne posso più di scrivere sulle Poste ma è impossibile non farlo perché certi disservizi mi fanno davvero innervosire (e con me immagino milioni di italiani). Dunque sentita l’ultima capitata (ma state tranquilli che non sarà certo l’ultima). 23 marzo 2014: data di emissione di una fattura da parte di una compagnia telefonica. 22 aprile 2014: data di scadenza entro la quale occorre pagare la fattura. 9 maggio 2014: data di consegna da parte di un dipendente delle Poste italiane (quelli che una volta erano i mitici postini) della suddetta fattura. Cose che succedono dirà qualcuno ormai avvezzo a questo andazzo: il postino della tua zona si ammala oppure va in vacanza, il sostituto non c’è, non si trova o non vuole essere trovato dall’azienda, la posta giace e chi resta si dà pace.  Certo, cose che succedono in un Paese per tanti versi incivili com’è l’Italia. Dove i servizi pubblici sono da terzo mondo. Ovviamente, per non tediare ulteriormente, non sto a raccontare i disagi intercorsi fra la data di emissione della fattura e la consegna della stessa da parte delle Poste. La cosa sarebbe finita qui. Senonché poche ore dopo la consegna da parte del postino della fattura in questione, girovagando su Facebook mi è capitato di imbattermi in un post che magnificava tutte le offerte proposte dal servizio di e-commerce Posteshop che, come riportato in “chi siamo”, fa pomposamente parte del GruppoPosteitaliane. Nel catalogo di Posteshop c’è di tutto: libri, elettronica, sport e benessere, articoli per animali, articoli per la cucina. C’è anche un reparto dedicato a vini e cibo con prezzi davvero non da tutti i giorni (anche 3 euro per mezzo chilo di pasta, come se gli spaghetti venissero fatti a mano uno per uno). Evidentemente il responsabile del settore deve aver preferito dare al catalogo un’immagine destinata a chi non sa cos’è la crisi, a clienti ben diversi da quelli che affollano tristissimi uffici postali dove tanti pensionati vanno a mettere sul loro libretto pochi euro risparmiati dalle loro pensioni. Ma tant’è. Comunque la scoperta di questo sito di e-commerce (e mi scuso per la distrazione se risultasse essere in funzione da anni, non me ne ero mai accorto) mi ha incuriosito: ma come, mi sono detto, questi delle Poste hanno la faccia di recapitarmi una lettera con un mese e mezzo di ritardo e intenderebbero recapitarmi a casa pasta, vino, olio e quant’altro? E chi porterebbe a destinazione questa roba, le Poste stesse? E soprattutto in quanto tempo? Basta sfogliare il sito e alla sezione spedizioni e consegne tutto (o quasi) viene spiegato. Di tutto quello che viene raccontato gli aspetti più interessanti mi sono sembrati questi che riporto integralmente: “Per i prodotti immediatamente disponibili al momento dell’ordine, PosteShop si impegna alla consegna dei prodotti entro il termine di 5 giorni lavorativi decorrenti dalla data di trasmissione della conferma dell’ordine di acquisto da parte di Posteshop”. E che vuol dire? C’è qualcuno che è in grado di tradurmi in italiano questo burocratese tanto caro a chi non vuol far capire niente, a chi vuol fare i giochi di prestigio? Ma ecco un altro passaggio interessante: “In alcuni casi PosteShop necessiterà del tempo indispensabile per reperire i prodotti e organizzare la spedizione. La data di spedizione dipende da vari fattori, inclusi l’indirizzo di spedizione o i tempi di fornitura di un particolare prodotto (ad es. prodotto personalizzato, vecchia edizione di un libro)”.   Anche questo mi sembra sanscrito burocratese. Poi però ci sono la rassicurazioni, eccole: “L’acquirente potrà sempre verificare il periodo entro il quale il prodotto sarà disponibile al momento dell’ordine nella pagina di descrizione del prodotto”. Insomma, da queste oscure delucidazioni, una cosa di certo si sarà capita: io ordino un chilo di pasta e una bottiglia di vino e non so quando mai arriveranno a destinazione. Proprio come le Poste fanno con la corrispondenza. Alla dirigenza delle Poste sono arrivati da poco, designati dal governo Renzi, un nuovo presidente (l’imprenditrice Luisa Todini) e un nuovo amministratore delegato (il supermanager Francesco Caio). Spero che i due siano capaci di riorganizzare l’azienda in modo che possano arrivare a destinazione in tempi ragionevolissimi lettere e spaghetti. E’ chiedere troppo? Forse sì, in un Paese come l’Italia.       

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