L'Italia sulla luna

Pensionati italiani più tassati d’Europa. Quand’è che Renzi si occuperà di loro?

Certamente l’avrà fatto anche pro domo sua, ma finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di parlare della situazione dei pensionati del nostro disastrato Paese. L’ha fatto Marco Venturi, presidente di Confesercenti, affermando che dal 2008, in sei anni, un pensionato italiano ha perso 1.419 euro di potere d’acquisto, oltre 118 al mese. 118 euro, sottolinea Venturi (ed è qui la “pro domo sua”) sottratti ogni mese ai consumi. Che poi possono essere sottratti anche alle spese sanitarie, allo svago, alla cultura (visto che dal primo luglio anche gli over 65 dovranno pagare per entrare nei musei statali).

Ma il dato davvero eclatante fornito dal presidente Venturi è che l’Italia è il solo Paese in Ue in cui i pensionati pagano in proporzione più tasse di quando erano attivi.

Venturi (fra i tanti altri dati che vi invito ad andare a leggere su vari siti)  afferma senza tema di smentita che i pensionati italiani sono i più tartassati d’Europa e conclude con un perentorio e condivisibile appello al governo: “E’ ora di dare una svolta definitiva a questa ingiustizia, ripensando il sistema fiscale. Soprattutto si deve tener conto dell’erosione del potere d’acquisto dei pensionati estendendo anche a loro, come primo passo, il bonus fiscale in modo tale da ridurre almeno la perdita su base mensile”.

Già, i pensionati, una categoria di cui nessuno si vuole occupare più di tanto, una rottura di scatole che molti governi tendono a scansare, se non per penalizzarla in qualche maniera (ne sanno qualcosa il professor Monti e quel genio della signora Fornero).

Già i pensionati, gli odiosi pensionati che sono andati in pensione (secondo l’opinione di tanti) o troppo presto o troppo tardi. O troppo presto “rubando” i soldi allo Stato (come se non fossero state le leggi emanate dal parlamento a permetterlo) o troppo tardi “rubando” quindi il posto di lavoro ai giovani.

Già i pensionati. Una categoria noiosa con tutti i loro malanni e con la giusta e strenua difesa di diritti maturati in anni e anni di lavoro.

Già i pensionati, quelli che hanno sempre pagato fino all’ultima lire di tasse, quelli anche da taglieggiare quando c’è da recuperare un po’ di soldi per tappare qualche buco. Facile ridurre gli assegni, facile non adeguare gli assegni al costo della vita, facile ignorarli quando c’è da distribuire qualche bonus. E’ tutto molto facile, molto più facile che andare a scovare un evasore.

Già i pensionati, quelli che prendendo fortunatamente più del minimo stanno aiutando in questi anni di crisi figli e nipoti senza lavoro e senza speranze, I pensionati, quelli che col loro aiuto hanno in parte fatto sì che in Italia non degenerassero, come in Grecia e in Spagna, le manifestazioni di protesta di giovani e meno giovani.

Già, i pensionati, quelli che non hanno un partito di riferimento, quelli che hanno scarsissime e frammentate rappresentanze, quelli che in parlamento non hanno nemmeno un lobbista che tuteli i loro interessi.

Che cos’è che disturba di più? Che i politici si riempiano la bocca di tante belle promesse per giovani e giovanissimi (e speriamo che le promesse si possano avverare tutte per dare un futuro a questa generazione da anni penalizzata) ma non pensino a salvaguardare quella categoria su cui, per certi versi, si fonda ancora la società italiana.  

Una cosa però dovrebbe se non spaventare almeno tenere sulla corda i nostri governanti e indurli a qualche riflessione e a qualche concessione: che i pensionati sono tanti. E anche arrabbiati. 

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