L'Italia sulla luna

Il viaggio della Concordia: un rischio enorme per il nostro mare e per il governo

Il governo ha deciso: la Concordia entro il 20 luglio lascerà le coste dell’Isola del Giglio dove è naufragata il 13 gennaio del 2012 e sarà smantellata a Genova. Non nel porto di Piombino, come chiedeva il governatore della Toscana Rossi, distante solo un giorno di navigazione ma nel bacino di Voltri distante cinque giorni di navigazione.

Un pericolo enorme. Perché come si sa la Concordia che, seppur raddrizzata è ancora semisommersa, attraverserà trainata da due rimorchiatori oceanici il mare antistante tutta la Toscana e buona parte della Liguria, con il suo immenso carico di veleni (acque grigie e nere, olii lubrificanti, gasolio, benzina e tutto ciò che di inquinante vi può passare per la mente) che per l’ambiente è come una bomba nucleare.   

Nessuno può dirsi tranquillo. Tutti se lo augurano ma nessuno può giurare che tutto andrà nel migliore dei modi. Che tutto si risolverà nella massima sicurezza. Sì, perché tutto dipenderà dalle condizioni del mare (la speranza unanime è che per cinque giorni possa essere così piatto che più piatto non si può) e dalla tenuta strutturale di un relitto lungo quasi trecento metri, alto settanta e largo trentacinque. Un bestione pauroso e senza governo autonomo.

Un bestione sfigurato, nel cui naufragio hanno perso la vita trentadue poveretti fra turisti e personale di bordo, che dopo aver lasciato l’Isola del Giglio col suo carico spaventoso sfiorerà Giannutri, Montecristo, Pianosa, l’Elba, la Capraia, la costa orientale della Corsica ovviamente, attraverserà il mitico santuario dei cetacei, si farà tragicamente ammirare dai turisti dislocati sulle spiagge del nord della Toscana e della Liguria di levante per poi approdare a Genova.

Il governo ha autorizzato tutto questo fidandosi del piano di Costa Crociere, del parere dei ministri chiamati ad approvare il progetto, degli esperti della Protezione Civile. 

E va bene, lasciamo che gli eventi facciano il loro corso. Primo perché a quanto sembra, il porto di Piombino dovrebbe essere pronto per lavori di smantellamento di questo genere solo alla fine di settembre (ammesso che ce la facciano) secondo perché sarebbe stato imbarazzante per il toscano premier Renzi prendere una decisione in favore della toscana Piombino quando già anche alcuni suoi ministri si erano detti favorevoli alla soluzione Genova.

E allora che si compia il destino e la Concordia vada a Genova, dove è nata, a farsi smantellare con tutto il suo carico di sciagure.

Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Mi piacerebbe allora sapere se la Costa Crociere ha intenzione di ricompensare in qualche maniera gli abitanti dell’Isola del Giglio per tutto il danno provocato da un errore umano. E soprattutto mi piacerebbe anche sapere se il governo ha chiesto o chiederà in deposito alla stessa Costa Crociere una miliardaria (in euro) polizza assicurativa per tutelarsi nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto nell’assurdo viaggio di cinque giorni verso Genova, attraverso un mare incontaminato.   

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