L'Italia sulla luna

Alé Renzi, gli italiani che vogliono cambiare verso sono con te

A leggere tutte le critiche rivolte al programma dei “Mille  giorni” illustrato ieri dal premier Renzi alla Camera e al Senato c’è veramente da rimanere allibiti.

Il programma che prevede la riforma del mercato del lavoro (compreso statuto dei lavoratori e art.18) la riforma della giustizia, le riforme costituzionali è andato a sbattere contro un fuoco di sbarramento impressionante. Hanno sparato contro i progetti del premier le opposizioni (grillini e leghisti in primis) l’agguerrita minoranza del suo partito, il Pd, sempre più insofferente ad essere “minoranza”, le vestali del sindacato che, dopo aver espresso laceranti indignazioni, stanno già programmando uno sciopero generale tanto per dare una mano all’Italia in agonia. Addirittura si è ribellato al programma del premier qualche bella mente (tipo Brunetta) di Forza Italia, che pure è il partito (dopo il patto del Nazareno) che sostiene Renzi nell’impresa di rovesciare l’Italia come un calzino.

Ora tutte queste bordate sarebbero più che giustificate se le intenzioni di Renzi dovessero andare a toccare un Paese apparentemente perfetto, un Paese ricco, produttivo, corteggiato dagli investitori stranieri, un Paese dove non si sa cosa è la disoccupazione, un Paese dove la giustizia funziona a meraviglia e un processo (soprattutto nel civile) si risolve in pochi mesi. Un Paese pieno di energie e di voglia di fare, un Paese dove un disegno di legge diventa legge in quattro e quattr’otto, un Paese dove la burocrazia incide pochissimo sulla vita e i nervi dei cittadini.

E’ questa l’Italia che Renzi, chissà perché, vorrebbe cambiare, stravolgere, rivoltare? E’ questa l’Italia perfetta che Renzi col suo programma di garibaldina (l’impresa dei Mille) o baglioniana memoria (“Mille giorni di te e di me”) vorrebbe rendere imperfetta?   

No, cari signori, non si vive in questo mondo di sogni.

Quello che vuol fare Renzi è incidere in qualche maniera su un Paese in cui non funziona niente, un Paese indebitato fino al collo, un Paese che con tutti i suoi legacci fa svanire ogni desiderio di impresa, un Paese pieno di disoccupati, di falsi invalidi, di furbetti, di furboni, di evasori, di gente (soprattutto nella pubblica amministrazione) che difende solo i propri immotivati privilegi, un Paese dove (il primo esempio che mi viene in mente) è perfino impossibile licenziare lavoratori di uno scalo aereo sorpresi a rubare nelle valigie dei viaggiatori.

L’ha creato Renzi questo disastrato stato di cose? Basta controllare la sua data di nascita per rendersi conto che non può certo essere stato lui a creare il Paese  così come ce lo stiamo ritrovando.

E allora chi l’ha creato un Paese così malandato? L’hanno creato anni e anni di inutili dibattiti politici, anni e anni di spasmodiche concertazioni, anni e anni di ruberie, anni e anni di furbate piccole e grandissime, anni e anni in cui i burocrati sono diventati i padroni del Paese. Anni e anni in cui sindacati e associazioni varie hanno condizionato ogni atto della nostra vita. Anni e anni di vergogne nazionali e internazionali.

E allora fanno davvero ridere le critiche di queste ore, critiche che arrivano da chi ha contribuito e parecchio a rendere il Paese quello che tutti abbiamo davanti agli occhi.

E fa davvero ridere sentire Renato Brunetta dire a “Ballarò”: “Renzi ha sbagliato tutta la politica economica”. Ma come, l’ha sbagliata Renzi che è premier da sei mesi? E Berlusconi, Tremonti e lo stesso Brunetta che con Forza Italia e il Pdl sono stati al potere vero (con maggioranze bulgare) per una ventina d’anni cosa hanno fatto? Chi ha portato l’Italia sull’orlo del baratro?

Signori, per favore, datevi una calmata, riconoscete i vostri errori e la vostra inefficienza, non fate perdere ulteriormente tempo a uno che cerca di cambiare un’Italia che milioni di italiani non sopportano davvero più.

Qualcuno (a cominciare da mia moglie Rossella) mi accuserà di aver voluto santificare Renzi.  No, nessuna santificazione. Renzi, sarà simpatico o antipatico, avrà pure i difetti che molti gli attribuiscono, ma almeno ha la voglia e il coraggio di tentare di cambiare verso allo stato attuale delle cose. E provare a cambiare è già tanto in un Paese come il nostro. 

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