Susanna Camusso, ostaggio del passato, non capisce e conferma lo sciopero nazionale
“La nostra valutazione non cambia. Registriamo una diponibilità del Premier a discutere sulla rappresentanza sindacale, ma sul resto non condividiamo il piano. Restano la manifestazione del 25 ottobre e tutte le attività di contrasto”.
Insomma, ancora una volta la Cgil, con la leader Susanna Camusso, ha sbattuto la porta in faccia a Renzi al termine dell’incontro fra il governo e i sindacati sulla riforma del lavoro con riferimento anche alla sostanziale modifica dell’art 18, tema che nelle ultime settimane ha infiammato il dibattito politico e sindacale.
All’incontro erano presenti anche gli altri sindacati Cisl, Uil e Ugl. Annamaria Furlan (che sta subentrando allo storico segretario Bonanni) Luigi Angeletti e Geremia Mancini si sono mostrati pronti ad aprire alle proposte del governo (tanto che è stato fissato un altro incontro per il 27 ottobre) la Camusso ha ribadito la sua intransigenza.
E’ così, la Camusso. Sembra proprio quella tratteggiata meravigliosamente da Crozza nello spazio “diMartedì”: arroccata, insieme al leader della Fiom Maurizio Landini, nel suo piccolo mondo antico degli anni Settanta fatto di 128, borse piene di gettoni telefonici per comunicare, infinite concertazioni con politici succubi del sindacato. E’ proprio quella la Camusso, milanese del 1955, nel sindacato dal 1975, da quattro anni alla guida della Cgil: una pasionaria che non si è accorta del tempo che è passato, che non si è accorta del mondo che è cambiato.
Ha ragione Renzi quando dice che la gente sta con lui e non con i sindacati e ci sarà pure un motivo se due elettori su tre del Pd (come rilevato da un recente sondaggio) sono contro i sindacati.
D’altra parte non può che essere così. L’Italia è in crisi nera, e a farla precipitare nella crisi è stata di certo la classe politica, ma diciamo che anche i sindacati hanno contribuito parecchio.
In tutti questi anni cos’ha fatto il sindacato (e in primis la Cgil) per contrastare la crisi, cos’ha fatto il sindacato per difendere i posti di lavoro, cos’ha fatto per impedire concretamente la chiusura delle aziende, cos’ha fatto il sindacato per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, cos’ha fatto il sindacato per eliminare spudorati privilegi dei suoi rappresentanti e di tanti suoi semplici iscritti, cosa ha fatto il sindacato per richiamare all’ordine i tantissimi lavativi che affollano aziende private e pubblica amministrazione, cos’ha fatto il sindacato per favorire la meritocrazia, cos’ha fatto il sindacato per trattenere la Fiat in Italia, cos’ha fatto il sindacato che attrarre investimenti stranieri in Italia e produrre quindi nuovi posti di lavoro? E, domanda delle domande (domanda apparentemente insignificante ma che rappresenta bene ciò di cui stiamo discutendo) cosa pensa il sindacato di quel 30% di certificati medici presentati dai lavoratori di lunedì, al termine del riposante week-end?
Susanna Camusso, leader della Cgil, pensa ancora di essere negli anni della lotta dura senza paura. E’ invece cambiato il mondo, è cambiato il mondo del lavoro, un cambiamento accompagnato da tanti errori del sindacato, e lei non se n’è accorta. E come risposta a tante domande mette sul piatto della discussione lo sciopero della Cgil proclamato per il 25 ottobre. Uno sciopero in difesa di un lavoro che non c’è, uno sciopero in difesa di un sindacato che non ha saputo e non sa rinnovarsi.