Ma cosa avrà da ridere la signora Camusso?
Da tutte le parti campeggia la foto della signora Camusso in cui è ritratta estremamente soddisfatta e felicemente sorridente. La leader della Cgil è stata ripresa sabato alla manifestazione dei dipendenti statali organizzata dal sindacato a Roma.
Guardo quella foto e mi chiedo: di cosa starà ridendo tanto sgangheratamente la signora Camusso?
Riderà felice per il successo della manifestazione degli statali a cui stava assistendo? (Ma centomila in piazza sono un successo?)
Riderà felice per il successo della manifestazione di ottobre quando a Roma sfilarono un milione di lavoratori della Cgil per protestare contro il governo Renzi? (Ma un milione su cinque milioni di iscritti rappresentano un successo?)
Riderà felice pensando a quanti milioni di euro la Cgil ha speso per portare tanta gente a Roma a manifestare contro il Jobs act che vuol far ripartite il mondo del lavoro?
Riderà felice pensando a quanto anche lei (leader della Cgil dal 2010) possa aver contribuito alla situazione di crisi che sta vivendo da anni il mondo del lavoro in Italia?
Riderà felice pensando a tutto quello che lei e il sindacato non hanno fatto durante i vari governi Berlusconi, Monti, Letta per salvaguardare i posti di lavoro?
Riderà felice al pensiero di quanti disoccupati e precari potranno continuare ad avere fiducia nel sindacato che guida?
Riderà felice al pensiero di poter minacciare uno sciopero generale (guardiamo però se gli altri sindacati aderiscono) per poter dare uno scossone al governo del suo nemico personale Matteo Renzi che giustamente non vuole cedere a concertazioni e compromessi sindacali?
Riderà felice all’idea che i cattivi maestri di una volta, destabilizzatori di professione (chi non sa chi siano vada a studiarsi la storia dell’Italia dagli anni Settanta in poi) abbiano lasciato spazio ad altri e più giovani cattivi maestri, ancora tutti da individuare? Cattivi maestri che sembrano aver ripreso l’iniziativa, possibili ispiratori di cortei di protesta che finiscono con duri scontri con la polizia, di manifestanti che si distinguono per offese e lanci di uova o per l’aggressione violenta a personaggi politici che non la pensano nella stessa maniera.
Ripeto il concetto più volte espresso: secondo me la signora Camusso ha fatto il suo tempo come leader di un sindacato che se non si rinnova e si apre ai nuovi orizzonti del mondo del lavoro, è destinato a scomparire (d’altra parte è crollato il Muro di Berlino, è crollato il comunismo potrebbe o non potrebbe sparire anche la Cgil?).
Una cosa è certa, comunque: che la Camusso farebbe meglio a non farsi immortalare così ridanciana e serena in un momento tragico come quello che da anni sta segnando l’Italia. Grazie anche al sindacato che guida.