L'Italia sulla luna

Olimpiadi 2024: per l’Italia un sogno di rinascita

L’annuncio a sorpresa del premier Renzi di candidare l’Italia alle Olimpiadi del 2024 mi ha fatto fare un salto nel tempo di quasi cinquant’anni. Quando Renzi doveva ancora nascere (e all’evento ne mancavano parecchi di anni) e l’Italia non era così piena di corrotti e corruttori come oggi.

Firenze, fine 1966, inizio 1967. Firenze era appena andata a finire sott’acqua (4 novembre 1966) per una straordinaria alluvione. L’Arno era uscito dagli argini e aveva devastato tutto: case, negozi, chiese, capolavori della pittura, migliaia di libri della Biblioteca Nazionale. Un disastro che se si verificassero le stesse condizioni atmosferiche potrebbe rinnovarsi ancora oggi dal momento che i politici, nonostante una montagna di miliardi via via stanziati, non hanno fatto assolutamente niente per mettere in sicurezza l’Arno e Firenze. Ma questo è un altro discorso.

Novembre 1966: la città ridotta davvero male, i fiorentini, gente fiera, il giorno dopo l’alluvione erano già al lavoro per restituire dignità a se stessi e alla città, ma non avevano certo il morale alle stelle. C’erano in giro tanta rabbia e tanta tristezza a vedere come era stata ridotta Firenze e a constatare la lontananza di Roma e dei rappresentanti delle istituzioni di allora.

E fu proprio in quei giorni che un grande giornalista de “La Nazione”, Giordano Goggioli, lanciò la sua dirompente idea: “Firenze è in ginocchio, i fiorentini sono con la fiducia a zero e noi sai cosa facciamo? Chiediamo che si svolgano qui le Olimpiadi”.

E dal quel momento partì una battaglia che oggi chiameremmo mediatica perché le future Olimpiadi (non mi ricordo se del 1972 o quelle del 1976) potessero svolgersi a Firenze. Articoli, interviste, dichiarazioni a sostegno, progetti, titoloni sulle locandine dei giornalai, politici coinvolti nel grande sogno, incontri a Roma al Coni e a Firenze.

Insomma una battaglia de “La Nazione” e di Giordano Goggioli che andò avanti per alcuni mesi. Le battaglie si vincono e si perdono, l’importante è combatterle. Firenze in quell’occasione perse per l’ostilità di vari politici romani e varie autorità sportive e le Olimpiadi andarono a finire da altre parti.

Ma quel progetto, quel sogno, quella grande illusione offerta ai fiorentini dal giornale della città aveva ottenuto l’effetto sperato: far uscire i fiorentini che si erano aggrappati a quell’idea da uno stato di pericolosa depressione, ridare entusiasmo e fiducia nel futuro ad una moltitudine di persone che non hanno mai smesso di ringraziare gli angeli del fango accorsi da tutto il mondo a dare una mano, i soldati che quel giorno del 4 novembre si erano ritrovati a Firenze per celebrare la Festa delle Forze Armate e che coinvolti nella tragedia si erano prodigati a salvare tante vite umane, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, tutti i volontari dell’assistenza, il sindaco Bargellini, grande uomo di cultura, che tanto fece per la rinascita della città.

Oggi Renzi, candidando l’Italia alle Olimpiadi del 2024, con gare e manifestazioni che potrebbero svolgersi oltre che a Roma anche a Napoli, a Firenze e in Sardegna, compie la stessa operazione di quella che fece Goggioli cinquant’anni fa: ridare fiducia non ad una città ma ad una nazione che sembra alluvionata.

Una nazione sott’acqua per la crisi, una nazione sommersa dai debiti procurati da una classe politica inetta, una nazione squassata da malviventi di ogni risma, una nazione che ha assoluto bisogno di ritrovare l’entusiasmo di un tempo: basta piagnistei, basta piangersi addosso, basta coi gufi che vedono solo nero, basta con gli sfascisti.

Gli italiani nelle difficoltà tirano fuori tutta la loro forza e il loro valore. E’ arrivato il momento di dimostrarlo ancora una volta: le Olimpiadi del 2024 potrebbero rappresentare la realizzazione di un sogno (con tanti annessi e connessi nel campo lavorativo) di milioni di giovani di oggi.

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