L'Italia sulla luna

I vigili urbani di Roma, gli spazzini di Napoli: chi c’è dietro, chi punta allo sfascio?

Chissà come ci sarà rimasto il presidente della Repubblica Napolitano. Aveva appena finito di dire in tv, nel discorso di saluto alla Nazione, “”Mettiamocela dunque tutta, con passione, combattività e spirito di sacrificio” per motivare gli italiani a darsi da fare per uscire dalla crisi, che si è trovato davanti la notte dell’”epidemia”, l’epidemia di San Silvestro.

Un’epidemia che ha colpito 767 vigili urbani di Roma che invece di scendere in strada, come era stato loro chiesto, per tenere sotto controllo la città invasa dalla gente per concertini e concertoni, se ne sono rimasti a casa a festeggiare con gli amici grazie a certificati medici e ad attestati di donazioni di sangue. Anche un bel numero di autisti della metropolitana se ne sono rimasti a casa creando parecchi disagi al servizio. Ma non solo: perché di lì a poco si sarebbe saputo che ben duecento spazzini di Napoli si erano dati malati e non avevano ripulito la città nella notte dei botti.

No, il novantenne presidente Napolitano, rimasto nonostante l’età al servizio degli italiani due anni in più rispetto alla scadenza naturale del suo mandato per dare una mano ad un paese in agonia, non si meritava una risposta del genere dalla sua Roma e dalla sua Napoli, due città divenute ormai simbolo (“Mafia Capitale” e “Terra dei fuochi”) dello sfascio della nostra nazione. Non si meritava che tanti lavoratori rispondessero in maniera così insultante al suo appello a mettercela tutta per tornare ad essere l’Italia di una volta.

Ma ormai è andata così. L’ennesima vergogna di un Paese dove il lavoro è (giustamente) un diritto ma lavorare non è un dovere.

Il premier Renzi si è affrettato a ribadire che nel 2015 saranno cambiate le regole che riguardano la pubblica amministrazione, il ministro Marianna Madia ha detto che sulla vicenda saranno avviati accertamenti e gli eventuali responsabili saranno puniti, il garante degli scioperi ha detto anche lui che sarà aperto un procedimento per verificare che quello dei vigili non si possa configurare come uno sciopero selvaggio. Passerà del tempo dai vari annunci e intanto non succederà nulla.

E cosa dovrebbe invece succedere? Dovrebbe succedere che o milioni di irresponsabili italiani cominciano a rendersi conto di essere sul ciglio di un baratro e ricominciano a tirare la fune tutti dalla stessa parte rinunciando a privilegi e a sogni di nullafacente gloria, oppure l’Italia va a fondo. O assenteisti, pubblici scansafatiche, evasori, lavativi e lassisti  si danno una regolata o finisce presto anche per loro il paese del bengodi.

Però, davanti a certi eventi viene anche naturale chiedersi: quelle a cui abbiamo assistito in queste ore sono manifestazioni di apparente irresponsabilità o rappresentano altro? Difficile, visto il numero dei partecipanti, che siano manifestazioni spontanee. Rappresentano dunque l’inizio di una guerriglia urbana che potrebbe segnare l’anno, il 2015, che Renzi ha definito cruciale per il cambiamento? Chi c’è dietro a tutto questo? Chi è che vuole che l’Italia non cambi verso? C’è qualcuno che insegue l’avventura dello sfascismo? E dove porta lo sfascismo?

Domande inquietanti che in tante altre occasioni hanno travagliato l’Italia. In attesa di risposte c’è da aggiungere che i vigili urbani di Roma, in risposta alle critiche, hanno preannunciato uno sciopero generale che presto potrebbe gettare nel caos la Capitale. Davvero un bell’inizio d’anno. 

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