L'Italia sulla luna

Occorrono le riforme: basta col vergognoso teatrino della politica

La madre di tutte le domande in questo momento è: ma il patto del Nazareno (Berlusconi-Renzi) si è rotto o no? Nessuno lo sa di certo e nemmeno io. Anche perché Berlusconi, nonostante le tante dichiarazioni dei suoi, non si è espresso in maniera chiara e definitiva. In attesa di sviluppi mi spiace assistere a quello che sta succedendo nel teatrino della politica e rendermi ancora una volta conto che su quel palcoscenico (nonostante i tempi drammatici che dovrebbero indurre ad altri comportamenti) continuano a muoversi schiere di sbruffoni, illusi, ottimisti, presuntuosi, arroganti, illusionisti, prestigiatori.

Renzi, con l’elezione a presidente della Repubblica di Mattarella, ha messo a segno un suo incredibile successo personale (non lo dico io, lo hanno affermato i più importanti quotidiani europei).

Ma la sua vittoria ha causato anche degli effetti collaterali all’apparenza clamorosi. Sì perché Forza Italia si ritrova spaccata in tre: i berlusconiani doc pronti a seguire l’ex premier sempre e ovunque; i berlusconiani doc che però sono contro Verdini (convinto assertore del patto del Nazareno e interlocutore privilegiato di Renzi); i fittiani (seguaci dell’inquieto Raffaele Fitto) che vorrebbero un azzeramento di tutte le cariche nel partito e che sostengono che lo stesso partito fino ad oggi ha sbagliato tutto e di più.

Sempre nel centrodestra ci sono da segnalare i malumori portati avanti nell’Ncd da personaggi come Quagliariello, Sacconi e De Girolamo: ce l’hanno col presidente del partito (nonché ministro) Alfano secondo loro troppo arrendevole nei confronti di Renzi. Ma anche nella sinistra del Pd (ricompattata da Renzi sul nome di Mattarella) c’è chi rialza la testa per rimettere un po’ in discussione le riforme in dirittura d’arrivo (prima fra tutte la nuova legge elettorale).

In questo clima (apparentemente?) esplosivo il premier Renzi non arretra di un passo e dice che, Forza Italia o non Forza Italia, partitini o non partitini, andrà avanti a fare le riforme, che i voti li avrà lo stesso e che nessuno lo fermerà (fidando forse in un gruppo trasversale di parlamentari “responsabili” che alla Camera e al Senato gli potrebbero dare una mano coi loro voti e su quei “franchi soccorritori” che già hanno contribuito coi loro voti all’elezione del presidente Mattarella).

Questo, ad oggi, è il quadro della politica italiana. Un quadro piuttosto deprimente e in bilico. Ma in bilico fra cosa? Fra la possibilità e la necessità di continuare a fare le riforme (una necessità ribadita anche dal neopresidente della Repubblica come ha sottolineato nel discorso di insediamento) o elezioni anticipate.

Eccoci allo snodo principale, lo spettro delle elezioni anticipate. Ma Forza Italia, com’è messa ora, potrebbe permettersi di andare ad elezioni politiche di qui a pochi mesi? E oltre a Berlusconi, quali potrebbero essere i suoi punti di forza Toti, Fitto, Brunetta e la senatrice Rossi?

E, in caso di elezioni, dove andrebbe a sbattere il Nuovo Centrodestra di Alfano? Contro il muro della  soglia di sbarramento? E la sinistra Dem (i vari Civati, Fassina, Mineo, Chiti ed altri) potrebbe portare a casa tanti voti?

Allora sbruffoni, arroganti, presuntuosi e compagnia bella (a qualunque partito apparteniate) smettiamola di giocare col fuoco, smettiamola coi protagonismi, le illusioni e le arroganze: datevi una calmata, contribuite a realizzare le riforme che tutti chiedono, cerchiamo di uscire da questa crisi e poi, con calma e tranquillità, potrà di nuovo essere messo in scena il teatrino della politica che più vi aggrada. E che, è stato più volte dimostrato, non porta a nessun risultato.  

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