L'Italia sulla luna

Scusate, ma in Italia c’è qualcosa che funziona davvero bene?

Accendo la radio (fortissimi quelli di Rtl 102.5) e sento le lamentele di un ascoltatore a cui le mitiche Poste italiane hanno appena recapitato una bolletta scaduta da svariati giorni. Eh sì, le Poste non sono più quelle di una volta. Capisco perfettamente il disappunto dell’ascoltatore anche perché anch’io all’inizio di febbraio ho ricevuto una lettera spedita all’inizio di dicembre. Chissà, colpa delle feste, colpa del maltempo, colpa dell’influenza che ha colpito il postino e che non è stato sostituito dal datore di lavoro. Colpa di un destino rio e crudele.

Accendo la tv e mi imbatto in un autista di un Tir imbelvito come una tigre perché a causa del cosiddetto “Big snow” di questi giorni (ma chi l’avrà inventata questa scemenza in inglese?) hanno bloccato in autostrada lui e il suo carico e per ore non l’hanno fatto andare avanti. E’ imbelvito perché (dice) lui viaggia spesso anche in nord Europa, lì dove nevica per davvero e le autostrade continuano a funzionare tranquillamente. Da noi (dice) cadono dieci centimetri di neve, e tutto si ferma, tutto si blocca inesorabilmente.

Apro il giornale e leggo di un altro autista di Tir che, sempre per quella buffonata del “Big snow” ha impiegato diciannove ore per raggiungere Bologna da Terni, abbandonato fermo sull’autostrada senza che nessuno della protezione civile gli portasse neppure un panino o una tazza di caffè caldo.

Ma quel “Big snow” di pochi centimetri di neve non ha colpito solo le autostrade; ha messo in difficoltà anche le ferrovie e gli aeroporti: in ritardo parecchi treni veloci, soppressi tantissimi treni regionali (tanto chi se ne frega, sono treni per pendolari) molti voli cancellati.

Leggo che in seguito a un po’ di pioggia si sono sbriciolate altre cose a Pompei, uno dei siti archeologici più importanti al mondo. D’autunno e d’inverno Pompei continua a perdere pezzi, con la bella stagione è spesso invisitabile per lo sciopero dei custodi. E nessuno fa niente.

Chiedo per posta un certificato in un comune toscano e mi viene risposto che, per regolamento interno, gli uffici hanno a disposizione un mese di tempo per svolgere la pratica.

Incontro per la strada un’amica e mi dice che deve fare una visita piuttosto urgente in ospedale: le hanno dato appuntamento per tre mesi dopo.

Leggo ancora che La Scala di Milano, tempio mondiale della musica, il primo maggio prossimo, in concomitanza con l’apertura dell’Expò, vorrebbe mettere in scena un’opera. Non si sa ancora se l’opera potrà essere eseguita perché i dipendenti del teatro aderenti alla Cgil hanno già fatto conoscere la loro indisponibilità perché il Primo maggio è la festa dei lavoratori ed è quindi sacro.    

Piccoli esempi del duro vivere quotidiano in Italia, dove sembra che davvero non funzioni niente.  Sono solo sfortunati quelli a cui capitano tutti questi accidenti che ti rovinano le giornate o davvero questa è la situazione generale del Paese?

Poveri quel presidente della Repubblica e quel presidente del Consiglio che devono governare un Paese come questo, dove non funziona niente. E sembra normale il fatto che non funzioni niente.

Ma forse sono troppo pessimista e forse sono un po’ disturbato dagli effetti del “Big snow” o preoccupato per l’influenza del postino. E allora, per confortarmi un po’, ho deciso di coinvolgere i lettori in queste piccole considerazioni e rivolgere a tutti una domanda facile facile che aspetta risposte senza se e senza ma: in Italia secondo voi c’è qualcosa che funziona veramente bene? E se “sì”, cosa?

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