L'Italia sulla luna

Forza Fitto e la Grande Sinistra: le minoranze che agitano Berlusconi e il Pd

Non c’è pace tra gli ulivi ma neanche all’interno di Forza Italia e del Pd. Per rimanere nell’ambito berlusconiano, oggi a Roma è nata ufficialmente una corrente che mette in discussione il Cavaliere: è quella dei cosiddetti “Ricostruttori”, ideata e guidata da Raffaele Fitto, ex governatore della Puglia, europarlamentare e grande critico dell’opera omnia dell’ex premier.

Il giovane Fitto, a cui piacerebbe tanto essere il Renzi della destra, e al quale il Cavaliere ha dato quindici giorni di tempo per decidere se riallinearsi e rimanere nel partito oppure uscirne, rimprovera a Berlusconi tutto il rimproverabile possibile: il cerchio magico che lo consiglia, il patto del Nazareno con Renzi, la ricerca di possibili accordi con il segretario della Lega Salvini per rilanciare la destra. Tanti i parlamentari di Forza Italia presenti all’assemblea, parole di fuoco nei confronti della leadership, tanti applausi, tanto entusiasmo e avanti, tutti insieme appassionatamente, con Forza Fitto.

Se Forza Italia appare in queste ore letteralmente nel caos, tutti col fiato sospeso in attesa di vedere da che parte comincerà l’opera di “ricostruzione” di Fitto e quale sarà la reazione dell’anziano leader del partito, anche nel Pd le acque appaiono abbastanza agitate.

Sì perché proprio all’indomani dell’approvazione da parte del consiglio dei ministri dei decreti attuativi del Jobs act (e Renzi si è lasciato andare ad un entusiastico “E’ una giornata storica”) la sinistra dem, quella che ha sempre da dire la sua anche sulle previsioni del tempo, è tornata prepotentemente a far sentire la sua voce, ovviamente critica, nei confronti del provvedimento sul lavoro voluto dal governo.

Un copione quello della minoranza democratica (che pure era stata ricompattata dal segretario del Pd nonché presidente del consiglio in occasione della nomina del presidente della Repubblica Mattarella) che è sempre il solito e che va avanti da un anno, da quando Renzi è al governo. Da quando cioè a guidare il Paese c’è un personaggio che ha dimostrato di non voler perdere troppo tempo in infinite concertazioni, in chiacchiere, discussioni e in soluzioni al ribasso.

Mi pare però che nelle parole di critica rivolte a Renzi poche ore fa da parte dei soliti noti della sinistra dem, Cuperlo, Fassina, Civati (tanto per fare dei nomi) ci sia qualcosa di più. E di preoccupante.

Ha detto infatti Cuperlo, leader della minoranza, non solo che quella di ieri non può essere definita una giornata storica, ma che loro (evidentemente parlava a norme di tutti i “critici”) sono nel Pd e vogliono costruire “con altri e non da soli, una grande sinistra dentro il Pd”.

Parole inquietanti. Perché allo stato attuale non sembra davvero che il Pd (nato proprio per superare i vecchi steccati ideologici che distinguevano i fondatori del partito) possa aver bisogno di una “grande sinistra”. Una auspicata (da Cuperlo e dai suoi) grande sinistra costruita con “altri”. E chi sarebbero questi altri? Quelli di Sel, quelli di Rifondazione, quelli di altri gruppi della sinistra radicale?

Se questo è l’insopportabile progetto di Cuperlo non c’è da stare allegri per il futuro del Pd. Guardiamo come replicherà Renzi alle cervellotiche fantasie di una minoranza che non sopporta di essere tale.  

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