L'Italia sulla luna

Il figurante Bersani e la voglia di sfascio della sinistra Pd

Proprio nel giorno in cui si potrebbe serenamente festeggiare lo spread sotto i cento punti per la prima volta dal maggio del 2010 (il che significa che le cose ricominciano lentamente ad andare) e l’annuncio dell’Istat che l’Italia torna a crescere dopo tre anni e mezzo, ebbene proprio in questo giorno si deve assurdamente assistere alla durissima presa di posizione della sinistra Dem contro Renzi e il suo governo.

E’ davvero da non credere leggere le dichiarazioni di fuoco del leader della minoranza del Pd Pierluigi Bersani contro la riforma elettorale e la trasformazione del Senato e contro la riforma del lavoro. Roba incredibile. L’ex segretario del Pd, imitato in questo da tanti suoi valletti, parla di incostituzionalità delle due leggi, non ha nessun ritegno a scagliarsi contro il segretario del suo partito nonché presidente del Consiglio, annuncia battaglia in aula per modificare le due leggi.

Bersani, sprezzantemente, non è neppure intervenuto ad una riunione dei parlamentari del Pd indetta a Roma da Renzi per valutare l’operato del governo e parlare delle battaglie prossime venture.

“Non vado – ha detto Bersani – perché non sono un figurante”.

Ed è vero. Lui almeno dal 1993 (quando venne eletto governatore dell’Emilia Romagna) ai giorni nostri non è mai stato un figurante. Prima, appunto, presidente di Regione, poi deputato al parlamento italiano, poi europarlamentare, segretario del Pd (ha partecipato a tutte le trasformazioni del partito dal Pci al Pds, dai Ds al Pd) più volte ministro (perfino dello sviluppo economico e dell’industria), Bersani è sempre stato un personaggio di primissimo piano della politica italiana.

Ma se Bersani negli ultimi vent’anni è stato un protagonista e non un figurante, questo vuol dire che ha addosso forse anche pesantissime responsabilità politiche per aver contribuito a portare l’Italia al punto in cui è arrivata. Cioè al quasi disastro.

L’Italia allo stato di crisi in cui versa non ce l’ha di certo portata Renzi arrivato per la prima volta al governo un anno fa, ma Bersani (insieme ovviamente a tantissimi altri protagonisti della nostra storia recente) potrebbe anche essere tra i sospettati e gli indiziati.

Ed era proprio pensando a questo e seguendo il comportamento tenuto in questi ultimi tempi (quando in cima ai suoi pensieri c’era sempre il bene della ditta di cui fa parte) che ho sempre rispettato ed apprezzato l’uomo Bersani. Ecco, mi dicevo, Bersani ha capito che i guai dell’Italia vengono da lontano, che non sono colpa di Renzi e che lui sta tentando solo di portare il Paese fuori dalla crisi. Ha capito, mi dicevo, che è arrivata l’ora di dare spazio ai giovani per far sì che la politica cambi davvero verso, ed ecco che si è messo al servizio della causa. Facendo sì sentire la sua voce ma mai intralciando il manovratore, premiato oltretutto da un clamoroso successo alle elezioni europee.  

Mi dicevo questo ma evidentemente sbagliavo visto il comportamento tenuto da Bersani in queste ultime ore. Anche lui ora sembra intenzionato a buttare all’aria tutto, anche lui sembra intenzionato a fare lo sgambetto a Renzi  (chi mai potrà dimenticare cosa fece il compagno Bertinotti a Prodi?) anche lui sembra pronto a ributtare l’Italia nel caos.

No, devo confessare che Bersani, attorniato da tante mosche cocchiere scatenate nell’ incitarlo allo scontro, mi ha davvero deluso.

Peccato. Ma è risaputo che un certo tipo di sinistra prima o poi si comporta così, rivela la sua identità. Questo certo tipo di sinistra non può godere di vittorie o piccole soddisfazioni, non può vivere con serenità i momenti che potrebbero essere i più tranquilli. Un certo tipo di sinistra se non perde non sta bene, se non sfascia non si sente appagata, se non si fa del male non è serena. Proprio come in tanti film di Nanni Moretti. Peccato però che tutto questo non avvenga in un film, ma in un’Italia stremata dalla crisi che di tutto avrebbe bisogno eccetto che dell’isteria di certi protagonisti (o aspiranti tali).

comments powered by Disqus