L'Italia sulla luna

Se anche i vescovi si mettono a criticare Berlusconi…

Brutto segno che a poche ore di distanza dalla sentenza della Cassazione che ha confermato l’assoluzione di Berlusconi nel processo per la vicenda Ruby (concussione e prostituzione minorile erano i capi d’accusa) “Avvenire”, il giornale dei vescovi, scriva che “una assoluzione con le motivazioni finora conosciute non coincide con un diploma di benemerenza politica e di approvazione morale”.

Brutto segno che anche “Famiglia Cristiana”, settimanale dei paolini, scriva che l’assoluzione non ha cancellato con un colpo di spugna i fatti ma ne ha solo negato la portata penale. Brutto segno che monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, la conferenza episcopale italiana, condividendo la linea sia di “Avvenire” che di “Famiglia Cristiana”, sottolinei che “il fatto che una cosa sia legale non vuol dire che sia morale”.

Brutto segno che il presidente della Cei Angelo Bagnasco, a poche ore dalla sentenza della Cassazione e di fronte all’entusiasmo di Berlusconi e alla sua sfrenata voglia di scendere nuovamente in campo con inusitata foga, faccia sapere che “quello che i singoli decidono sono sempre decisioni personali ma che si calano in contesti sociali e politici con cui bisogna fare i conti”.

Davvero un brutto segno. Sì, ma qualcuno si chiederà giustamente: brutto segno per chi? E la risposta è una sola: per Berlusconi ovviamente, perché questa presa di posizione dei vescovi nei suoi confronti non può che sancirne definitivamente la fine politica. Insomma, stampa cattolica e vescovi, criticando così aspramente una sentenza favorevole all’ex Cavaliere, non possono che aver certificato una cosa incontrovertibile: il tramonto definitivo della stella Berlusconi.

E allora per l’ex Cavaliere, tanto appassionato di “eleganti cene” nella sua villa di Arcore, questo è forse il momento più difficile che sta vivendo da quando nel 1994 decise di scendere in politica. Il suo partito, Forza Italia, un partito che lui ha portato a magnifici (per i milioni di fan) successi e a condizionare la vita politica italiana per vent’anni, si sta spappolando: diviso ormai fra quelli che rappresentano il  cerchio magico dell’ex premier, i fittiani che lo vorrebbero rovesciare come un calzino, i  seguaci di Denis Verdini favorevoli al dialogo con Renzi, e vari altri nuclei “critici” verso il finora indiscusso capo.

Non passa giorno che Berlusconi non venga attaccato da qualcuno: una volta sono i suoi, una volta è Matteo Salvini segretario di quella che ormai viene definita LegaPound (lui si considera ormai il vero leader del centrodestra, fiero dell’alleanza con Fratelli d’Italia e Casa Pound) una volta (anche se molto tiepidamente) è il Pd. I sondaggi in vista delle prossime elezioni regionali in programma a maggio sono a picco e ora ci si mettono anche i vescovi che sembrano intenzionati a chiudere prima possibile la pratica Berlusconi.

Sì, attaccato proprio da quella Chiesa che per tanti anni ha continuato a non tenere in nessuna considerazione il comportamento morale di Berlusconi e che ora invece tanto scandalo sembra suscitare. Quei vescovi che avevano accolto come baluardo della famiglia quel “santo puttaniere” (come ebbe a definirlo Gianfranco Rotondi, già ministro in un governo Berlusconi) cui veniva perdonato tutto, che andava a messa e riceveva la comunione nonostante tutti sapessero che era divorziato, a cui venivano perfino giustificate le bestemmie contenute in sue barzellette perché venne detto, che quelle bestemmie andavano “contestualizzate”.

No quelle critiche rivolte ora a Berlusconi i vescovi che per tanti anni hanno fatto finta di non vedere e non sentire, se le potevano anche risparmiare. Ma così va il mondo e non va bene. Neanche per i vescovi. Perché internet è a portata di mano e vecchie dichiarazioni emergono in un secondo dal passato.

Sapete infatti cosa faceva nel marzo del 2010, alla vigilia di elezioni regionali, il presidente della Cei che già allora era il cardinale Bagnasco? Invitava gli elettori a non votare per quei partiti favorevoli all’aborto (per altro legittima legge dello Stato italiano) e all’uso della RU486, la pillola abortiva. E secondo voi quali erano quei partiti invisi ai vescovi se non il Partito Democratico e gli altri gruppi della sinistra? E allora Bagnasco per chi consigliava di votare?

Eravamo, si è detto, nel marzo del 2010. Sono passati cinque anni, siamo un’altra volta a marzo e fra due mesi, guarda caso ci saranno ancora delle elezioni regionali. Per chi inviteranno a votare i vescovi della Cei?

comments powered by Disqus