L'Italia sulla luna

Corruzione, malaffare, ruberie: a chi tocca oggi?

Una tangentina qua, una tangentona là, qualche miliarduccio di euro pubblici persi in inestricabili meandri burocratici, qualche importantissimo manager pubblico o privato alla ribalta della cronaca per corruzione, qualche arresto eccellente, qualche rivelazione clamorosa, qualche intercettazione fatta uscire da qualche bel palazzo di giustizia, qualche ministro messo in discussione, qualche figlio di gran nome per il quale (al contrario di milioni di giovani italiani) non è affatto un problema trovare lavoro, la solita tiritera delle prese di distanza, dichiarazioni di indignazione, di sdegno, dichiarazioni tipo “io non c’entro niente”.

Se ci pensate bene questo è il consueto copione di una giornata tipo di questa povera Italia che però, se riflettete un po’, tanto povera non sarebbe davvero visto i milioni e milioni di euro pubblici che girano nelle tasche di pochi personaggi senza scrupoli. Milioni di euro che vengono intascati e distribuiti per oliare un meccanismo di corrotti e corruttori al quale sembra impossibile mettere un freno.

E così alla fine sembra tutto regolare, alle clamorose notizie segue l’assuefazione. Sì perché ai primi atti del copione di cui si è parlato sopra, seguono altri atti piuttosto noti e che fanno parte della consueta tragedia italiana: gli arresti domiciliari dopo pochi giorni trascorsi in cella in qualche confortevole carcere, infiniti atti (e giustissimi, perché la difesa è sacra) che non si sa se approderanno mai a qualche processo; e se si arrivasse al processo giorni infiniti in aule di tribunali prima di arrivare ad una sentenza. Altri infiniti giorni prima di arrivare al definitivo giudizio di terzo grado, ammesso che i termini della prescrizione non arrivino a cancellare tutto prima.

Cari amici, questa è la maledetta situazione in cui veniamo a trovarci giorno dopo giorno, giorno dopo giorno. Il clamore, lo strepitio, le paginate di giornale, le schermate su Internet, e poi via col solito valzer. Sì perché bisogna sapere che mentre tutta l’attenzione, come succede in queste ore, è concentrata su certa gente che solo la giustizia deciderà fra qualche lustro se è innocente o colpevole, sparsa per l’Italia c’è altra gente che corrompe, che si fa corrompere, che ruba soldi allo Stato, che, per i propri interessi, imbroglia i poveri italiani i quali con quella montagna di soldi che viene rapinata dalla casse pubbliche, forse potrebbero vivere un po’ meglio  anche in questi tempi di crisi.

Per carità, nessuno invoca  giustizialismo o processi sommari, ma spero che un giorno il governo Renzi riesca a cambiare verso anche a questo drammatico e vergognoso aspetto della realtà italiana. Magari con leggi che prevedano una giustizia più sollecita e, in caso di colpevolezza, pene più adeguate.

Sennò, cari politici, se non potete fare niente di tutto questo per chissà quale mai motivo, lasciamo perdere, non veniteci più a frastornare con il vostro sdegno e i vostri solenni impegni per sanare le indegne situazioni che contraddistinguono nel mondo il nostro amato Paese. Facciamo finta di niente: lasciamo che i malfattori continuino a godere dei loro miliardi rubati, delle loro splendide ville e appartamenti sparsi qua e là, della loro vita smeralda. E non disturbiamo più con solenni proclami i poveretti costretti ad arrabattarsi per arrivare alla fine del mese.

Poveretti che potranno sempre consolarsi (o arrabbiarsi ancora di più) al pensiero che in altri Paesi, ben più evoluti del nostro, le cose funzionano diversamente, che non sempre i malfattori la fanno franca (o con pochissimi danni rispetto alle ruberie) come succede da noi.

E la mente non può che andare ad un certo signor Bernard Madoff, criminale statunitense, autore di una colossale frode finanziaria a danno di investitori pubblici e privati, arrestato nel dicembre del 2008 e condannato da un giudice di Manhattan nel giugno del 2009. Volete sapere a quanti anni? 150 anni di galera. E lui, oggi all’età di  77 anni, sta scontando la pena in un carcere della Carolina del Nord. Da noi, già da qualche tempo, sarebbe agli arresti domiciliari in qualche villa con piscina.                                                                                                                                                                                    

 

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