L'Italia sulla luna

Salah e Neto, testimonial di chi crede nel Dio della pace

E’ stato bellissimo ed emozionante assistere, poche ore fa, alla vigilia della Pasqua, ad una partita come Fiorentina – Sampdoria. Bella forza, dirà qualcuno che mi conosce o che sa qualcosa di me: tu tifi Fiorentina e i viola hanno vinto per 2 a 0.

Certo, sono contento che la Fiorentina abbia vinto e sono strafelice che la squadra allenata da Montella abbia messo in mostra la sua grande voglia di essere ancora protagonista in Campionato, in Coppa Italia e in Coppa Uefa.

Ma non è di questo che voglio parlare, non voglio parlare della gioia provata ai gol di Diamanti e di Salah.

Voglio solo dire di quanto sia stato bello assistere, nel corso dell’incontro, a due episodi estranei al pallone: il segno della croce con preghiera rivolta al cielo del cattolico portiere brasiliano Norberto Neto e la preghiera di ringraziamento rivolta ad Allah dall’attaccante musulmano Mohamed Salah, che anche questa volta, dopo il gol, si è inchinato verso la Mecca ed ha poggiato la fronte sul terreno bagnato.

Due gesti che nella loro semplicità, fatti oltretutto durante una partita di calcio, hanno trasmesso un messaggio importantissimo: il desiderio supremo di tanti uomini di buona volontà che credono sì in religioni diverse, ma credono soprattutto nella pace e nella convivenza di tutti i popoli.

Penso che Neto sia un grandissimo portiere e un buon credente cristiano, credo che Salah, fenomeno calcistico arrivato a Firenze in prestito dal Chelsea, sia, in questo particolarissimo momento in cui spesso l’essere musulmano viene accoppiato ad altri aggettivi  come terrorista, integralista, oscurantista, tagliagole, il testimonial più rappresentativo dell’Islam in Europa. Un Islam vero e moderato che non ha niente a che vedere o spartire con gli assassini dell’Isis.

Salah e Neto, gol e parate nel segno della convivenza tra i popoli. Sono felice che questo incontro di pace e preghiera sia ancora una volta avvenuto a Firenze, una città da sempre aperta a tutti e pronta ad ospitare culture e religioni diverse.

Se fossi Papa Francesco inviterei Neto e Salah in Vaticano. Un incontro che varrebbe più di tanti convegni.

Buona festa a tutti: ai cristiani come Neto, ai musulmani come Salah, ai buddisti come Baggio e a tutti gli uomini che credono nel Dio della pace. 

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