L'Italia sulla luna

I ritardi dell’Expo di Milano: Sant’Ambrogio pensaci tu

Sette anni fa, il 31 marzo 2008, Milano venne designata sede ufficiale dell’Expo 2015.

Due giorni fa, sette anni dopo, a poco più di quindici giorni dall’inaugurazione dell’Expo fissata per il Primo Maggio, il sindaco di Milano Pisapia, ha detto: “Forse non sarà tutto finito per l’inaugurazione ma si potrà comunque vedere tutto il bello di Expo”.

Sembra proprio che i ritardi maggiori siano sulla parte del Padiglione Italia: sia sul cardo sud, uno degli assi principali del luogo, che su Palazzo Italia.

Aggiunge Pisapia: “Con sano e razionale ottimismo posso dire che sono stati fatti grandi passi avanti: con la cautela necessaria aggiungo che su Padiglione Italia abbiamo la certezza che il Primo Maggio sarà possibile visitarlo almeno nelle parti espositive, quelle aperte al pubblico”.

Tanto per sdrammatizzare un po’ Pisapia ha anche detto che all’Expo di Parigi del 1900, il giorno dell’inaugurazione, stando alle cronache dell’epoca, non tutto era finito ma che l’Esposizione fu un successo.

Ora penso che un siparietto del genere possa avvenire solo in un Paese pazzo come l’Italia. Va bene che Pisapia è sindaco di Milano solo dal giugno del 2011, ma è possibile mai che un affare come può essere un’esposizione universale non possa essere già definito in tutti i particolari possibili e immaginabili quindici giorni prima dell’apertura?

Non ci posso credere. Non posso credere che sette anni dopo la designazione ufficiale tutti i padiglioni del nuovo sito non siano ancora finiti, tirati a lucido e pronti ad accogliere i milioni di visitatori che arriveranno. Non posso credere che in Italia nel 2015 si possa ancora vivere, a fronte di un impegno del genere, sempre sul filo dell’incertezza, dello spera in Dio, confidando sulla clemenza del tempo, confidando nello stellone dell’Italia. Per me tutto questo ha dell’incredibile.

Successe per i campionati mondiali di calcio di Italia 90, quando si giocò in stadi non finiti. Stando alle parole del sindaco Pisapia potrebbe succedere qualcosa del genere anche venticinque anni dopo.

Ma cosa sarà mai che ci fa essere così, cos’è che ci fa vivere così, cos’è che ci fa essere sempre in ritardo o arrivare all’appuntamento allo scadere dell’ultimo secondo? E soprattutto come si fa a vivere serenamente in queste condizioni, con quella che dovrebbe essere un’angoscia devastante? Ci vorrebbe un esercito di psicanalisti e di psichiatri per spiegarcelo.

Speriamo che le parole di Pisapia siano solo dettate dalla scaramanzia e che il Primo Maggio sia tutto bello e funzionante. Speriamo, perché sennò l’Italia farebbe davvero una figura miserevole.  Una cosa è comunque certa: che se fossi il presidente del consiglio Renzi, che tanto si adopera per far uscire l’Italia dalla crisi, ad ascoltare certe parole non ci dormirei la notte.

E guarda caso proprio mentre scrivevo questi pensierini della sera, mi è capitato tra le mani (segno del destino?) un libro intitolato “Dossier Expo”: scritto da Alessia Gallione, una giornalista di Repubblica, e uscito nell’agosto del 2012.

Nella quarta di copertina del libro si riassume così la situazione: “Sono passati quattro anni (dalla designazione ufficiale) e quel sogno (tutto ciò che può offrire un’Expo) si è ridotto a fantasma, perché nel frattempo l’amministrazione Moratti ha compiuto un vero ‘capolavoro al contrario’: una caotica girandola di piani immobiliari, nomine, tentennamenti e marce indietro. Fino alla sconfitta elettorale e alla vittoria di Pisapia, il leader di una nuova maggioranza politica che ha raccolto l’eredità di una gestione fallimentare e si trova ora in una situazione continuamente vicina allo stallo”.

Davvero drammatica questa analisi fatta dalla Gallione tre anni fa.

Torniamo ai nostri giorni. C’è già chi pensa di insignire gli operai di Expo con un Ambrogino d’oro, l’onorificenza che il comune di Milano assegna ogni anno a personaggi che si sono distinti per il loro lavoro.

Prima di pensare ad un Ambrogino d’oro, sarebbe forse il caso in questo momento di rivolgersi direttamente a Sant’Ambrogio, protettore della città, perché il Primo Maggio tutto all’Expo possa essere splendido e splendente. Sarebbe davvero un bel regalo per il nostro Paese che quel giorno avrà addosso gli occhi del mondo intero.

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