L'Italia sulla luna

Che inferno se la minoranza Pd entra nelle famiglie

Avviso ai naviganti (chissà se c’è ancora quel mitico notiziario radiofonico utilissimo per chi andava per mare) e soprattutto ai capifamiglia di questa disastrata Italia: tentate in qualsiasi maniera di tenere nascoste a moglie e figli le recentissime vicende del Pd perché potreste ritrovarvi con l’inferno in casa.

Mettiamo che la famiglia sia composta dal classico quartetto (padre, madre, figlio e figlia) e mettiamo che dopo estenuanti riunioni familiari abbiate deciso a maggioranza, di andare per il ponte del 25 aprile o per quello del Primo maggio a passare qualche giorno di vacanza in Sicilia.

Bene, se nessuno dei componenti della famiglia ha avuto modo di seguire il recentissimo dibattito con cui il Pd in queste ore sta offrendo il peggio di sé, può darsi che vi vada bene e che la famigliola possa partire in santa pace verso l’agognata meta.

Se invece uno dei componenti della famiglia (ovvero la netta minoranza) per un dannato caso avesse preso ispirazione dal comportamento che certi personaggi del Pd stanno tenendo in queste ore, alla vigilia della partenza vi potreste trovare ad affrontare discussioni senza fine sulla destinazione (già decisa in precedenza) delle vacanze.

Un familiare, folgorato (come certuni del Pd) sulla strada del dissenso a prescindere, potrebbe anche pretendere da tutto il resto della famiglia un cambio di destinazione per andare a trascorrere i sognati giorni di riposo invece che in Sicilia in Trentino. Perché? Perché questa è la posizione della minoranza. E la minoranza (secondo il dissidente familiare e alcuni del Pd) pretende di essere assolutamente accontentata.

Fuor di banalissimo esempio familiare, è davvero avvilente assistere alla sceneggiata portata avanti dalla minoranza Pd nella discussione sull’Italicum, la nuova legge elettorale, e culminata l’altra notte in una drammatica votazione all’assemblea dei deputati del partito: 190 hanno approvato la linea del premier Renzi, 120 o sono usciti al momento del voto o non hanno votato.

La maggioranza ha vinto e la minoranza ha, ancora una volta, perso. Ma non si dà pace e tutti all’attacco di Renzi reo di non aver voluto prendere in  considerazione le richieste esose (cambiamento di certi cardini della legge) e ormai fuori tempo massimo dopo mesi di discussioni.

E’ triste assistere alle esternazioni di Bersani, di Fassina (il famoso “Fassina chi?” bollato così da Renzi mesi fa) di Cuperlo, della rottamata Rosy Bindi che parla di “atti di cinismo” da parte del premier, di D’Attorre; è triste assistere alle dimissioni del capogruppo Speranza, anche lui in rotta di collisione col segretario-premier. Tutta gente questa che forse vorrebbe andare in vacanza in Trentino e per la quale l’aggettivo “democratico” che segna il Partito deve avere un significato tutto particolare. Un aggettivo, se lo devono mettere bene in testa gli sfascisti del Pd, che non prevede che la minoranza possa farsi maggioranza o che debba essere per forza esaudita nelle sue richieste da quella che è la maggioranza.

Una minoranza, quella del Pd, che oltretutto dovrebbe smettere di pensare di essere depositaria di tutti i miglioramenti possibili e immaginabili. Bersani e suoi amici carissimi dicono di voler cambiare l’Italicum per “migliorarlo”. Ma sono forse loro, Bersani e i suoi amici carissimi, gli unici detentori dei bollini di qualità? Sono loro, minoranza, a poter decidere se una legge va bene o no?

Guardiamo cosa succederà in aula fra pochi giorni quando l’Italicum andrà in votazione. Guardiamo se la minoranza si adeguerà alla maggioranza o se vorrà decretare una irrimediabile spaccatura all’interno del partito. Una spaccatura di cui non potrebbe certo essere incolpato il premier – segretario Renzi, come invece tenta già di fare qualcuno.  

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