L'Italia sulla luna

Da Renzi a Salvini, da Berlusconi agli impresentabili hanno vinto tutti: misteri della politica

Ho letto resoconti, illuminanti commenti, editoriali e didascalie: e mi sono fatto un’idea che nessuno riuscirà a togliermi dalla testa. Alle elezioni regionali di domenica hanno vinto tutti.

Hanno vinto tutti e non come tanti anni fa quando un partito (uno degli infiniti partiti di tanti anni fa) prendeva lo 0,5 per cento dei voti e tramite la voce dell’allora segretario in carica andava dicendo di aver riportato un successo importante perché alla precedente tornata elettorale si era fermato solo allo 0,3 per cento. Altri tempi, altri segretari, altre tribune politiche.

No, questa volta, se ci pensate bene, cari amici elettori, hanno vinto davvero tutti.

Innanzi tutto, è bene chiarirlo perché i nostri politici si diano una svegliata, ha vinto l’astensionismo, cioè quella massa di elettori che al grido che tanto sono tutti uguali, tanto sono tutti ladri, tanto non cambia niente, tanto io li manderei tutti a casa, tanto fanno solo i cavoli loro (forma edulcorata dell’originale) hanno deciso di non andare a votare. A queste elezioni regionali a votare ci è andato solo un misero 52 per cento degli aventi diritto. Il che per la democrazia intesa in senso lato non è davvero un risultato particolarmente brillante.

Poi, se ci pensate bene, ha vinto il premier Matteo Renzi atteso da un po’ di giorni alla resa dei conti da tutti quelli che non lo hanno particolarmente in simpatia. Tutti pronti a recitare per lui il de profundis politico. E invece Renzi ce l’ha fatta a superare anche questo ostacolo, perché nonostante tante difficoltà e tante lotte interne allo stesso Pd, è riuscito a pareggiare il conto con le regioni in gioco: 5 a 2 a favore del centrosinistra né più né meno com’era prima di cominciare la partita.    

Certo, il Pd di Supermatteo ha dovuto cedere la Liguria ma in compenso è riuscito a conquistare la Campania che da cinque anni era governata dal centrodestra. Ha perso una regione con un milione e mezzo di abitanti e ne ha conquistata un’altra con quasi sei milioni di abitanti. Quisquilie? Chissà.

Non solo: Renzi (se proprio vogliamo continuare in questo gioco che come ho scritto nel precedente post non mi appartiene, perché alle elezioni amministrative in ballo c’è il candidato e non i partiti coi loro segretari) oltre a conquistare la Campania è riuscito a mantenere la Toscana, la Puglia, l’Umbria e perfino le Marche dove il governatore uscente targato Pd aveva deciso questa volta di candidarsi con l’appoggio di Forza Italia.

Andiamo avanti. Ha vinto la minoranza Pd perché con tutta la confusione che ha fatto in Liguria con conseguenti e drammatiche spaccature interne è riuscita a far perdere al Pd di Renzi la presidenza della regione.

Regione, la Liguria, che, come ormai tutti sanno, dal Pd a brandelli è stata consegnata su un vassoio d’argento al delfino di Berlusconi Giovanni Toti. Un Toti al quale il Cavaliere dovrà fare un monumentino. Perché con la sua vittoria è riuscito a rianimare un Berlusconi dato dai più (prima di questo importantissimo risultato) politicamente moribondo. Invece no, il Cavaliere è politicamente vivo e lotta insieme a non so chi.

O forse meglio, si sa insieme a chi lotta il Cavaliere: lotta insieme a quel Matteo Salvini, perennemente in felpa, che con la sua Lega è riuscito ad essere determinante in Liguria, è sceso prepotentemente anche sotto l’Appennino (importante il risultato in Toscana) ed ha confermato alla grandissima il governatore in Veneto contro una sfidante del Pd troppo gentile ed educata. Un vincitore anche lui, non c’è dubbio.

E cosa dire del Movimento 5 Stelle che, evitando per una volta di scongelare il leader Beppe Grillo, rimasto per l’occasione lontano dai riflettori, è riuscito a confermare dappertutto lo zoccolo duro dei suoi elettori. Che nella loro vita politica vanno pazzi soprattutto per una cosa: mettere i loro voti in freezer e sperare che possano crescere e moltiplicarsi.

Si sarà finito con questo elenco dei vincitori o si deve ancora andare avanti? Eh no, sarebbe ingiusto non parlare della grande affermazione dei cosiddetti “impresentabili” messi alla berlina sulla pubblica piazza, a poche ore dal voto, da Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia che aveva avviato una ricognizione giudiziaria su tutti i candidati delle regionali.

Ebbene tra i sedici impresentabili più impresentabili a fare da capofila c’era quel Vincenzo De Luca democratico candidato governatore della Campania, già valoroso sindaco di Salerno, difeso a spada tratta da Matteo Renzi. Ebbene, non ci crederete ma dopo l’indicazione di Rosy Bindi (accusata da alcuni di volersi vendicare con questo gesto della avvenuta rottamazione da parte di Renzi) De Luca si è imposto alla grande ed è diventato in quattro e quattr’otto governatore della Campania.

Un po’, diciamo la verità, ha vinto anche Rosy Bindi che dopo quell’(improvvida) indicazione sugli impresentabili a quarantotto ore dalle elezioni, sì è sì guadagnata un sacco di roventi critiche da parte di alcuni dirigenti di quel partito (il Pd) di cui lei fa ancora parte ma anche un sacco di titoloni su giornali di ogni specie. Cosa che non le capitava da parecchio tempo. E si è guadagnata perfino un’oretta di riflettori tutti per sé ieri sera a “Piazza Pulita” su La7.

Un’oretta per tentare di spiegare che non poteva comportarsi diversamente con gli impresentabili, che quelle segnalazioni hanno comportato tanto ma tanto lavoro e non potevano essere fatte prima (in modo, dicono i più, da poter concedere agli impresentabili o ai loro partiti la possibilità di difendersi). Ha detto anche e clamorosamente di aspettare le scuse del suo partito che (sospettando qualche oscura manovra per danneggiare il segretario del Pd nonché presidente del consiglio Renzi e il risultato delle elezioni in Campania) l’ha coperta di contumelie.

Insomma hanno vinto tutti. Ma qualcuno avrà pur perso, no? E chi è questo qualcuno? I misteri della politica.  

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