L'Italia sulla luna

Chi altri se non Matteo Renzi?

Certo, si fa presto a dire che Matteo Renzi è sceso parecchio nel gradimento degli italiani dalle Europee ad oggi. Si fa presto a dire che Matteo Renzi ha perso un po’ di forza propulsiva da quando è diventato premier nel febbraio del 2014. Si fa presto a dire che Renzi è ancora troppo giovane per il fardello che gli è capitato addosso e che deve crescere. Si fa presto a  leggere  che qualcuno di molto autorevole nel mondo del giornalismo vorrebbe il premier più intelligente piuttosto che furbo. Così come si fa presto a commentare sotto un post, che Renzi non è in grado, che Renzi è solo fumo, che Renzi ancora non ha fatto nulla, che Renzi non ci ha ancora portato fuori dalla crisi, che Renzi è un grande comunicatore ma un pessimo politico, che Renzi (scherziamo un po’) potrebbe essere responsabile se Salah, invece di rimanere alla Fiorentina, decidesse di andare all’Inter.

Insomma, di questo rampantissimo quarantenne che nel giro di pochissimo tempo  è riuscito a diventare presidente del consiglio, segretario del partito più lacerato d’Europa (il Pd, dove fra l’altro ha trovato i peggiori nemici) è riuscito ad entrare nel circolo ristretto dei potenti d’Europa, si dice di tutto e di più. E spesso si dice male perché si sa che la gente, l’elettore, è fatta così: se uno in quattro e quattr’otto non riesce a riparare alle innumerevoli malefatte di tanti governi precedenti non merita rispetto.

Personaggio davvero strano l’elettore che si distrae per anni, non guarda niente per anni, non si accorge di niente per anni e poi all’improvviso vorrebbe che il nuovo arrivato aggiustasse tutto e subito.

Ma a fronte di questo fiume di parole a proposito dell’operato di Renzi (un fiume talvolta gonfio e impetuoso, talvolta un po’ più calmo ma sempre erosivo) può nascere in un elettore qualsiasi come me, una domanda spontanea: se per una serie di malaugurati accadimenti (che certo non auspichiamo) l’elettore qualunque dovesse essere a breve richiamato alle elezioni politiche a chi dovrebbe affidare le proprie sorti di sopravvivenza?

Dovrebbe forse l’elettore incerto e forse un po’ deluso dall’opera del governo, affidarsi all’anziano, stanco, provato dalla vita e dalle vicende giudiziarie Silvio Berlusconi che proprio in queste ore rischia di finire nuovamente sotto processo per aver dato qualche milioncino di euro a Ruby e alle altre olgettine perché non rivelassero troppi particolari sulle eleganti cene ad Arcore? Dovrebbe forse riaffidarsi ad un ministro dell’economia come Tremonti?

Dovrebbe affidare le sorti di sopravvivenza all’altro Matteo della politica, quel Salvini segretario di una Lega già piuttosto frantumata e che fa della battaglia contro l’immigrazione la sua bandiera? E che fa dell’uscita dall’euro un altro must del suo programma, col rischio di far fare agli italiani la fine che pende sulla testa dei greci? A Salvini che accoglie con benevolenza l’appoggio dei camerati di Casapound?

Dovrebbe, l’elettore incerto, affidare la sua anima politica al sempre più distante Grillo, ad un Movimento stellato che non riesce a crescere in maniera determinante, detentore com’è di milioni di voti destinati solo ad essere messi nel freezer? Dovrebbe dare la fiducia ad un movimento in cui un capo non può neppure decidere chi potrebbe essere il futuro candidato sindaco di Roma ma che, per una decisione in merito, deve affidarsi al televoto di parenti e amici?

Dovrebbe affidarsi ad Angelino Alfano, sì proprio quello del famoso Lodo Alfano- salva Berlusconi, che sa galleggiare benissimo fra destra, centrodestra e centrosinistra, ma che forse di più  non sa fare? O a Giorgia Meloni, quella di Fratelli d’Italia, nostalgica pasionaria televisiva più che politica? 

Dovrebbero gli elettori scettici affidarsi a qualche buontempone di Scelta Civica con il rischio di ritrovarsi nuovamente come ministro la professoressa Elsa Fornero che, in pochi mesi, sotto il governo Monti, ha dannatamente condizionato migliaia e migliaia di vite divenute d’un tratto “esodate”?

E per finire, dovrebbero gli italiani, affidarsi a quella massa informe che  sta tentando di formarsi alla sinistra del Pd di Renzi e che ha come capifila Civati e Fassina, critici maestrini dalla penna rossa, che hanno sbattuto la porta di quel partito (il Pd) che giustamente non aveva più voglia di ascoltarli? O al perennemente incavolato (eufemismo) signor Landini con maglietta della salute incorporata che, stanco di fare il sindacalista e avendo forse scolpiti in mente la falce e il martello, sogna avventure politiche così datate da sembrare ridicole?

Signori non scherziamo: il panorama che ci viene offerto è questo al momento. E i malati di nostalgia non ci vengano a dire che era meglio quando a guidare la baracca c’erano  personaggi di un tempo andato come D’Alema, Bersani, Rosy Bindi, la Finocchiaro, il mitico Mastella, Bertinotti, Berlusconi, Prodi e qualche altro bel democristiano di lungo corso. E non ci vengano a dire che con loro le cose andavano meglio.  

E’ il tempo di Renzi. Oppure c’è qualcun altro, secondo voi, che oggi potrebbe essere in grado di dare una svolta a questo Paese tenuto per anni in coma da una classe politica litigiosa, inetta e dilapidatrice? Quale potrebbe essere l’alternativa ad un premier che in pochi mesi è riuscito a fare quello che a nessuno era mai riuscito fare (o non avevano avuto la forza di farlo) in anni e anni di governo? In anni e anni in cui l’Italia è stata lasciata andare a ramengo, perché tanto a salvarci ci avrebbe pensato lo Stellone?              

Signori, tirate fuori un’idea, tirate fuori un nome e parliamone. Perché nella vita non si può solo essere capaci di criticare. Ad un certo punto bisogna anche proporre soluzioni. Al momento per me la soluzione più innovativa sembra essere quella offerta da Matteo Renzi, premier di un Paese in cui milioni di persone remano contro perché nulla cambi.    

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