L'Italia sulla luna

Tsipras e dintorni: chi rimborsa a Fassina e Grillo il viaggio ad Atene?

Sembra proprio (ma la voce è tutta da verificare) che Fassina, D’Attorre, Vendola, Ferrero e qualche altro euroscettico (non della sinistra radicale) come i 5stelle Grillo e Di Maio abbiano chiesto il rimborso del biglietto aereo con cui due domeniche fa si erano recati ad Atene per esultare alla vittoria del “no” dei greci contro il progetto presentato dall’Europa alla Grecia superindebitata per poter restare nell’area euro.

Erano felici di quel “no” greco, nostrani nostalgici della sinistra radicale, grillini, leghisti (anche se prudentemente Matteo Salvini, risparmiando sul viaggio era rimasto a tuonare contro l’Europa dal divano di casa, così come altri di Fratelli d’Italia e di Forza Italia).

Erano ugualmente felici i rappresentanti della destra de’noantri e quegli orfani di falce e tordello (che nostalgia per i cuochi volontari delle Feste dell’Unità) per aver trovato finalmente dopo tanti anni di attesa un nuovo idolo duro e puro da adorare (Tsipras). Erano felici se si poteva andare ad uno scontro fatale contro l’Europa e l’euro (si canta che dallo sterco può nascere un diamante così dalla confusione politica ed economica può sempre nascere qualcosa per le minoranze). Erano felici tutti questi nostri baldi rappresentanti se questo dramma messo in scena dal popolo greco poteva essere anche un’occasione per mettere in difficoltà il premier Renzi che si era permesso di dire che i patti si rispettano e i debiti si pagano.

Entusiasmo, canti, libagioni, chissà se anche qualche sirtaki,  avevano accompagnato da parte dei nostri politici in trasferta in piazza Syntagma quel sessanta per cento di consensi contro l’Europa. Tutti già pronti a fare di Tsipras un’icona, tutti pronti a mettere la sua immagine su qualche t-shirt  da sfoderare durante la marcia in qualche sciopero, tutti pronti a incoronarlo sublime interprete di quella democrazia nata in Grecia (ma Claudio Magris, in un bellissimo articolo sul Corriere ha sottolineato che anche i famigerati colonnelli erano figli di quella democrazia ultramillenaria).

Il giorno dopo quel sessanta per cento di “no”, c’era già stato un campanello d’allarme per gli adoratori di Tsipras. Varoufakis, il ministro delle finanze ammirato come un dio greco, uno che non si mette mai la cravatta, che viaggia in moto (la moglie senza casco) e che deve aver visto troppi film di Marlon Brando o James Dean e che alla vigilia del referendum aveva definito i creditori come terroristi, si era dimesso per favorire (si dice) la ripresa della trattativa fra Grecia e Europa (secondo me, in quanto falco senza freni, è stato brutalmente defenestrato da Tsipras, ma questo è un altro discorso).

All’inizio della settimana scorsa Tsipras, con un nuovo ministro delle finanze, si ripresenta al cospetto della Merkel e degli altri potenti dell’Europa e viene fatto a fettine. Forte del “no” del referendum Tsipras pensava forse di poter trattare qualcosa. Gli vengono prospettate, se la Grecia vuol rimanere nell’euro, delle riforme ancora più dure di quelle presentate prima del referendum.

Tsipras, poveretto, rendendosi conto che se la Grecia uscisse dall’Euro, sarebbe davvero un disastro accetta alla fine le condizioni impostegli dall’Europa: una serie di riforme durissime (aumento delle tasse, aumento iva, stop alle babypensioni, privatizzazioni, lotta all’evasione) da fare in tre giorni. Un progetto che lui non può che accettare.

Da qui a poche ore si deciderà tutto: il parlamento greco, che deve approvare la risoluzione europea, è spaccato, Syriza il partito del “rivoluzionario” Tsipras, è altrettanto spaccato, Tsipras è senz’altro spaccato dentro. È infranto anche il sogno con cui pochi mesi fa vinse le elezioni (non restituiamo il debito all’Europa).

Guardiamo cosa succederà. Una cosa è certa che gufi, gufetti e tutti quelli che sognano di uscire dall’Europa o dall’euro in queste ore, dopo la figuraccia fatta, non sanno da che parte guardare e non sanno che dire. Un’altra cosa è certa: che la prossima volta prima di prendere un biglietto d’aereo per andare a festeggiare ad Atene Fassina e (suoi) amici cari ci penseranno parecchio…   

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