L'Italia sulla luna

Per ritrovare La7? Bisogna essere laureati al Politecnico

Forse sarò un inguaribile romantico legato al passato o forse sarò soltanto un analfabeta digitale. Fatto sta che da ieri sera in tv forse non seguirò più La7. E mi dispiace, perché non seguire La7, significa non seguire più il tg di quel fenomeno del giornalismo che è Enrico Mentana. Mi ero abituato, da anni, alla sua maniera di fare informazione, mi ero abituato da anni alla sua libertà di pensiero, mi ero abituato da anni ad una rete che mi sembrava sapesse coniugare al meglio il confronto di idee.

Ieri sera invece mi sono ritrovato a seguire su Raiuno Francesco Giorgino, bravo giornalista, buon conduttore di tg ma niente a che vedere con mitraglia Mentana.

Ma cosa è successo di così catastrofico perché tornassi all’ovile di mamma Rai, a seguire quel tg che da millenni deve accontentare un po’ tutti?

E’ successo semplicemente che quando ho acceso la televisione con uno degli infinti telecomandi sparsi per la casa e ho pigiato il solito tasto per vedere il tg, al posto del viso di Mentana, mi è apparsa una scritta: “Questo canale ha cambiato frequenze”.

E già questa avvertenza, per un analfabeta digitale qual io sono (ma nella vita non si può avere tutto) mi ha messo in allarme. Va bene, mi dico, mi diranno come fare per continuare a seguire La7, mi diranno quale tasto schiacciare per seguire quel tipo di informazione che mi soddisfa a pieno.

E infatti a seguire c’era anche la spiegazione su come fare per ritrovare La7. Eccola, ve la trascrivo pari pari. Recita: “Per continuare a seguire i nostri programmi, reinstalla la lista canali e, se richiesto, usa questi parametri: Frequenze 11642, Polarizzazione H, Symbol Rate 27.500, FEC ¾”.

Lista canali, frequenze, polarizzazione, symbol rate? Per favore, su, non scherziamo. E ditelo una volta per tutte che per accendere la tv bisogna essere laureati al Mit o al Politecnico di Milano.  

Ribadisco il concetto: sono un analfabeta digitale, sono un idiota nell’immenso mondo della sintonizzazione televisiva, sono un pirla del telecomando ma davvero non ci ho capito nulla. Mi sono rivolto ai parenti più prossimi e più giovani, ma anche loro hanno dato forfait (restituendomi così anche un po’ di amor proprio dopo la rovinosa e derisa debacle iniziale).

Constatato l’insuccesso della pur ristretta famiglia per sintonizzarmi su La7, sono tornato da Giorgino che, nel frattempo, aveva sbagliato telecamera e continuava a parlare rivolto a quella spenta. Subito dopo spezzoni di com’era la Rai una volta, Modugno al “Musichiere” del grande Mario Riva, quando di canali ce n’era uno solo, non c’erano i telecomandi e certo c’era più voglia di fare.

Non so di chi sia la colpa di tutto questo: se della zona dove mi trovo per il momento, se dell’emittente, se dell’autorità delle telecomunicazioni, se dell’editore de La7 Urbano Cairo, se (scherzo) di Mentana che, immagino, solo all’idea di perdere per strada uno spettatore sarà incavolato come una belva.

Forse è solo colpa della mia insipienza. Ma so di certo  che non spenderò una cinquantina di euro (che sarebbero quasi certamente incassati a nero) per chiamare un elettricista o uno del ramo televisivo in grado di risolvere il problema e continuare a farmi seguire La7. Con buona pace di tutti gli investitori pubblicitari dell’emittente di Cairo.

E’ vero, sono un analfabeta digitale: ma quanti ce ne sono come me in quest’Italia che naviga a vista fra nebulose app e il medioevo?     

 

 

     

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