L'Italia sulla luna

Un altro ragazzo morto. Stop allo sballo, inventiamoci le discoteche “analcoliche”

Ieri sera nel Salento, un altro ragazzo di 19 anni è morto all’uscita di una discoteca. L’autopsia accerterà se le cause del decesso siano da attribuire ad alcol o a droga. Meno di un mese fa un altro ragazzo, minorenne, era morto all’interno della discoteca “Cocoricò” di Riccione per un terribile mix di alcol e ecstasy.

Il ministro dell’Interno Alfano, davanti al dramma avvenuto al “Cocoricò” doveva dare un segnale e l’ha dato: la celebre discoteca di Riccione resterà chiusa per quattro mesi. Il Tar, in prima istanza, ha respinto il ricorso della società che gestisce la discoteca e ha ribadito il provvedimento di chiusura. Se ne riparlerà a metà settembre. Guardiamo cosa deciderà ora davanti alla nuova tragedia avvenuta davanti a una discoteca di Santa Cesarea.  

Certamente qualcosa andava e va fatto, ma non è certo con la chiusura delle discoteche che si può risolvere il fenomeno dello sballo da pasticche, da droga e soprattutto da alcol che sta dilagando tra i giovani e i giovanissimi. E non si trova una soluzione all’allarmante problema sociale attribuendo alle discoteche una sorta di responsabilità oggettiva: come dire, se all’interno dove ci sono a ballare centinaia e centinaia di persone qualcuno si droga o sballa per il troppo alcol la colpa è dei gestori e le forze dell’ordine possono ordinare la chiusura del locale.

Ma secondo me, e secondo molti altri, non è certo così, ministro Alfano, che si può porre un freno allo sballo, a quello che sembra essere diventato uno degli sport preferiti di tanta gioventù annoiata o stordita. Certo la soluzione che propone Alfano può essere quella più facile ma non è certo quella che può portare qualche beneficio. Sarebbe come chiudere le autostrade perché gli automobilisti vanno troppo forte e procurano incidenti e morte.  

Per prima cosa bisognerebbe fare su tutti i media una massiccia campagna di informazione sui danni irreversibili che possono provocare droga e alcol.  

Nello stesso tempo bisognerebbe dare il via ad  una battaglia davvero dura contro gli spacciatori. Di qualunque età e nazionalità possano essere. Sei uno spacciatore adulto? In galera per qualche anno. Sei uno spacciatore (e quasi sempre anche consumatore) minorenne? Il suo destino per un po’potrebbe essere in uno dei tanti centri di recupero o impegnato in servizi socialmente utili.

Cosa succede invece ancora oggi, a quest’ora? Basta guardarsi intorno, basta andare a fare qualche passeggiata in pinete o parchi o in qualche posto ben conosciuto da tutti: la gente (italiani, clandestini, profughi etc) spaccia tranquillamente e nessuno fa niente per impedire questo commercio. Ogni tanto, come d’abitudine, viene fermato qualcuno e quasi immediatamente rimesso in libertà. Se poi lo spacciatore è minorenne, il tutto si risolve in qualche denuncia, in qualche rimbrotto, una pacchetta sulla spalla e via. Il ragazzo può tornare immediatamente a spacciare.

Certo, cose antipatiche a dirsi per chi crede che la libertà dell’individuo è sacra e inviolabile, e a sentirsi da parte di qualche buonista sempre pronto al perdono e alla comprensione. Ma qui cari signori c’è in gioco la salute di milioni di ragazzi, di milioni di figli, di nipoti che dal tunnel della droga e dell’alcol potrebbero anche non uscire mai più.

Misure drastiche, certo. Troppo drastiche? Se qualcuno si allarma si può mettere tranquillo: in Italia non si arriverà mai a prendere in considerazione interventi del genere.

E allora, pensiamo a qualcosa di meno, per così dire, invasivo. E limitiamo il nostro ragionamento al problema da cui siamo partiti. Quello delle discoteche.

Se fosse per me, e penso che forse ci potrebbe fare un pensierino anche il ministro Alfano, proibirei per legge ai minorenni l’ingresso nelle discoteche dove si smerciano alcolici, un business clamoroso che arricchisce bar e discoteche di ogni dove. Sì proibirei l’ingresso nelle discoteche “alcoliche” ai minori di diciotto anni. Si può votare avendo meno di diciotto anni? No. Si può guidare un’auto avendo meno di diciotto anni? No. Semplicemente perché le istituzioni non ritengono i minori in grado di essere responsabili del tutto su questi aspetti della vita sociale. Bene, si potrebbe ragionare così anche per l’ingresso in discoteche dove lo sballo è alla  portata di tanti ragazzini e ragazzine grazie ad un’infinità di shortini a buon prezzo. E i controlli all’ingresso verrebbero fatti in quattro e quattr’otto.

Proposta scandalosa? Chi lo sa.  So solo però che imprenditori illuminati e che non hanno voglia di arricchirsi rovinando una generazione a forza di alcol, potrebbero inventarsi qualche discoteca per minorenni (aperta però anche ai maggiorenni, sennò conoscenze e amicizie non potrebbero nascere) dove ai banconi verrebbero servite solo centrifughe e tutte le bevande analcoliche che popolano il nostro mondo di consumatori.

Qualcuno dirà: tanto se i giovani vogliono sballare si comprano gli alcolici al supermercato e se li bevono fuori dalla discoteca. Certo, nessuno ce la farebbe a controllare anche fuori. Ma almeno, con le discoteche analcoliche, si renderebbe la vita un po’ più difficile a chi vuol sballare e di certo tanti imprenditori del divertimento non potrebbero essere più sospettati di essere correi di tante sciagure che si procurano i nostri ragazzi.

Per non parlare di una parte minima di tranquillità che potrebbe essere recuperata da tanti genitori in perenne ansia.  

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