L'Italia sulla luna

Leggere D’Alema? Puro masochismo

Non so se devo cominciare a preoccuparmi, perché mi sembra di essere diventato un inguaribile masochista. Intendiamoci, niente di erotico o di sessuale. Solo un masochista della lettura.

Dovete sapere infatti che tutte le volte che mi capita di imbattermi in una dichiarazione del compagno D’Alema, ex premier, ex ministro, ex segretario del Pci riformato, ex ormai di quasi tutto ma non della sua boria, mi prende una sofferenza che fa male.

Pensate, ieri è andato a Milano alla Festa dell’Unità e, come se in Italia non ci fossero già abbastanza problemi e come se non ci fossero abbastanza problemi anche all’interno del Pd, si è messo ad attaccare Matteo Renzi, attuale premier e attuale segretario del partito di cui D’Alema fa ancora parte.

Ebbene, l’ex lider Maximo (come veniva indicato dai suoi, una volta, numerosissimi fan) ha accusato Renzi, intervenuto un paio di giorni prima al meeting di Comunione e Liberazione (dove tra l’altro ha ottenuto un grandissimo successo) di “sparare sul passato per far finta di essere grandi”.

Ora, io dico, è possibile non sparare sul passato di un Pci, Pds, Ds, Pd, che in Italia ha fatto più danni di centinaia di bombe d’acqua? E’ possibile non parlare male di un partito che, grazie soprattutto alle sue lotte interne per il potere, è riuscito a far arrivare al governo e farcelo restare per diversi anni un tipino come Berlusconi?

E’ possibile non parlare male di un partito che ha permesso tutto ai sindacati, che ha permesso tutto pur di mortificare l’iniziativa privata? Un partito che, nell’ambito del lavoro, ha sempre difeso fannulloni e lavativi? Un partito infine (ma si potrebbero enunciare mille altri aspetti negativi) che ha portato l’Italia con le sue politiche lungimiranti sul ciglio del baratro?

Ora, da un tipo come D’Alema, da infiniti anni protagonista della politica italiana, ospite della Festa dell’Unità 2015, con un’Italia ancora abbastanza a pezzi e un governo che tenta di riparare a tanti errori del passato, cosa si aspetterebbe un italiano medio alle prese con una crisi che lo perseguita da tempo? Io penso che questo italiano, ormai frastornato da tante vicende politiche ed economiche, potrebbe aspettarsi da uno come D’Alema, almeno un po’ di autocritica.

Potrebbe aspettarsi da D’Alema  un po’ di umiltà nel riconoscere i tanti errori che la sinistra italiana ha fatto in anni e anni di governo. No, D’Alema non conosce né la parola autocritica né la parola umiltà. Ma conosce molto bene la parola prosopopea.

E, con sottile perfidia, attacca ancora Renzi:  “Sono lieto che il Pd sia il primo partito progressista, ma dal 41% i sondaggi ci danno oggi al 30%: ci siamo persi per strada due milioni di elettori, qualcosa sarà successo”.

All’irascibile ex premier, che non solo ha contribuito con il resto della classe politica a ridurre l’Italia a quella che è oggi ma che nella sua storia si è perso addirittura tutto un partito con i “compagni” di una volta ridotti a minoranza, ha risposto (bisogna dire con una perfidia di pari efficacia) Luca Lotti sottosegretario e braccio destro di Renzi: “Reduce da felici circumnavigazioni estive l’onorevole presidente D’Alema sostiene che il Pd abbia perso due milioni di voti”. Ed ha snocciolato un po’ di dati: nel 2013 il partito a guida Bersani aveva preso il 25,2%, nel 2014 con Renzi è arrivato al 40,8%. E poi l’affondo: “Se D’Alema ritiene di poter fare meglio avrà la possibilità di candidarsi nel congresso del 2017. Lo attendiamo impazienti per un confronto con gli iscritti e con i partecipanti alle primarie. Fino a quel momento parlano i fatti. Con buona pace dell’onorevole D’Alema, diciamo”.

E’ vero, leggere D’Alema è puro masochismo, pura sofferenza. E allora dov’è il godimento? Il godimento puramente mentale sta nel pensiero che D’Alema, che nella sua carriera ha deciso tanti destini, alla fine si sia imbattuto pure lui in un rottamatore che non sta a fare tante false riverenze.             

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